Bologna, 21 ago. – Viale Aldo Moro ha buttato la palla nel campo avversario, proprio tra le mani del vice presidente del consiglio grillino, Luigi Di Maio. La “palla” in questione è il progetto di aumento di pressione nel sito di stoccaggio di gas metano di Minerbio, in provincia di Bologna, il secondo più grande di Italia, gestito dalla Stogit, azienda del gruppo Snam di proprietà di Cassa depositi e prestiti. Prima di procedere con il via libera definitivo, la sottoscrizione della convenzione con Stogit per l’aumento di pressione, Viale Aldo Moro ha voluto sincerarsi che a Roma fossero ancora d’accordo con il progetto di aumentare la capacità del sito di stoccaggio al 107 % la pressione storica di giacimento.
Lorenzo Minganti, sindaco di Minerbio, ricorda ai nostri microfoni che la decisione di interpellare il governo fu presa alcuni mesi fa di concerto tra Comune e Regione. In sostanza, ricostruisce Minganti, “vogliamo sapere se il Governo lo ritiene ancora necessario“. D’altra parte, ricorda il primo cittadino, non sono stati gli enti locali né Stogit a richiedere un aumento di pressione nel giacimento. “Fu il Governo, durante la crisi del gas tra Russia e Ucraina a richiedere, per paura che la crisi si potesse ripetere, che si aumentasse la capacità di stoccaggio”.
“Poiché esponenti del nuovo Governo hanno manifestato contrarietà a questo progetto- spiega ancora Minganti- è opportuno che ci dicano se sono ancora interessati”. Altrimenti non ha senso andare avanti, è il ragionamento del sindaco democratico.
La decisione, quindi, se portare a termine o meno il progetto, osteggiato da un comitato di cittadini riunitisi nell’associazione Pro Ambiente Terre di pianura, sarà del Ministero dello sviluppo economico al cui vertice siede il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio.
Nel caso l’iter del procedimento venisse interrotto, il Comune di Minerbio dovrebbe rinunciare ad oltre 600 mila euro frutto dell’accordo tra Comune e Stogit per le opere compensative, “una sorta i risarcimento per i disagi patiti dai minerbiesi”. “Non è un problema per noi” dice Minganti: “Il nostro Comune è sano e non ha certo bisogno di quei soldi. Quelli erano una sorta di risarcimento per il disturbo. Se il disturbo viene meno è normale vengano meno anche “risarcimenti””.
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