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Merola sui Prati di Caprara: “Non un mattone in più”. Il comitato: “Non un albero in meno”

Bologna, 27 apr. – I cittadini protestano, il sindaco risponde. Dopo giorni di manifestazioni e comunicati a replicare al Comitato Rigenerazione No Speculazione è stato direttamente il Virginio Merola. Lo spunto è arrivato nel question time di oggi a Palazzo d’Accursio grazie ad una domanda della consigliera Clancy di Coalizione Civica, forza politica da sempre vicina al comitato che a gran voce chiede la trasformazione di tutta l’area dei Prati di Caprara, attualmente una zona di verde selvaggio, in un grande bosco accessibile ai bolognesi. Gli attivisti di Rigenerazione No Speculazione si sono presentati direttamente in Comune per ascoltare le spiegazioni dell’amministrazione sulla situazione che vede da una parte abbattimenti di ampie fasce boscate e l’annuncio di una bonifica per la costruzione di una scuola, dall’altra le notizie che danno per certa la realizzazione di un outlet della moda nella zona ovest dei Prati, passo necessario per permettere la ristrutturazione dello Stadio Dall’Ara.

Una nuova colata di cemento? Merola in un lungo intervento (qui il testo completo) ha fissato alcuni paletti, spiegando prima di tutto che il terreno è del fondo statale Invimit: nel dettaglio sui 47 ettari di superficie dell’area – oggi totalmente ricoperti da vegetazione – la metà saranno edificabili, come già prevista dal Piano operativo comunale (Poc). Non ci sarà nessun ampliamento dell’area sottratta al verde, ha promesso il sindaco, rispetto a quanto già deciso negli anni scorsi. Confermato anche il già annunciato parco di 20 ettari, con possibilità di estensione dell’area visto che la trattativa Comune-Invimit è ancora in corso. Per quanto riguarda l’abbattimento delle piante, documentato dal comitato con numerosi video, Merola ha spiegato che c’è la necessità di bonificare l’area (“potrebbero esserci delle mine visto l’uso militare del terreno nel passato”) e che “quando il Comune di Bologna abbatte alberi non è perché ce l’ha con gli alberi, li ripianta perché sono vecchi, o sono malati“. Se sull’area edificabile prevista dal Poc si potrà inserire un valido progetto edilizio-commerciale legato allo Stadio, ha ragionato il sindaco, non si potranno comunque sforare i limiti fissati dal piano stesso.

Una risposta, quella di Merola, giudicata però deludente dal Comitato, che chiede che tutta l’area dei Prati di Caprara e non solo una parte resti verde, nonostante le previsioni del Poc. “Quel piano è vecchio e pensato in un’altra epoca. Un piano è solo un piano, e come tutti i pezzi di carta può essere rivisto – ragionano gli attivisti di Rigenerazione No Speculazione – Invece è attualissimo il ruolo dei Prati di Caprara, un polmone verde indispensabile per Bologna. Togliere alberi significa depotenziale la funzione ambientale dei Prati per una città dove l’inquinamento è a livelli elevati”.
“Il sindaco – recita il comunicato degli attivisti – ha ricordato che l’area dei Prati di Caprara, al netto della porzione destinata al nuovo plesso scolastico, è di proprietà di Invimit Sgr, la cui missione è di sanare il debito pubblico statale, ma ha annunciato che è disponibile a trattare con Invimit per ‘aumentare la dotazione ambientale di quell’area’, ossia per estendere la quota di parco oltre i 20 ettari previsti dal Poc. Può farlo attingendo a risorse del Comune, investimento che sarebbe consentito dal bilancio comunale che il sindaco stesso definisce ottimo. Prendiamo atto di questa possibilità, perché anche la giunta e il consiglio comunale riacquisti sia la ragione sia il sentimento, e riconosca nei Prati di Caprara quello che oggi sono: un patrimonio pubblico inestimabile di servizi ecosistemici, che il tempo ha regalato alla città, e che gli interessi privati o pseudo-pubblici vorrebbero distruggere. Ricordiamo infine al sindaco che la bonifica bellica (delle bombe lanciate durante la seconda guerra mondiale) è commisurata agli usi che si vogliono fare di un’area: se si vogliono fare fondamenta per edifici di 10 piani, occorre scavare e sradicare alberi decennali, se si intende destinare l’area a parco lo scempio attualmente in corso non sarebbe necessario”.

Durante il suo intervento Merola ha anche annunciato di voler azzerare le previsioni urbanistiche sulle aree agricole di Bologna, “sulle quali il Psc prevede 3.600 alloggi”.  “Non abbiamo bisogno di quelle previsioni- ha spiegato a margine, uscendo dall’aula – con quelle attuali il fabbisogno di alloggi in città è soddisfatto per i prossimi 15 anni. Legittimamente possiamo azzerarle perché sono solo previsioni, non ci sono indici o diritti edificatori già concessi”.

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