Mense scolastiche. Il Risiko di Seribo
Il comune vuole mettere a bando il servizio di refezione; i sindacati contrari chiamano alla lotta; i genitori ‘possibilisti’ sull’apertura ai privati a patto che il servizio migliori

Bologna, 3 feb. – E’ muro contro muro tra sindacati e amministrazione comunale sulla questione mense scolastiche. Il Comune ha ribadito ieri sera, in un incontro a Palazzo d’Accursio, la scelta di liquidare Seribo, la società nata durante l’amministrazione di Giorgio Guazzaloca tra Camst e il Comune. “E’ una scelta politica” dice polemico Michele Vannini, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil. “Ci hanno consegnato un documento scritto insieme all’Osservatorio mense cittadine- ha raccontato a caldo Vannini- e l’assessore Lepore ha ribadito che la liquidazione di Seribo è una scelta politica”.
I sindacati sono contrari alla messa a bando del servizio mense e alla liquidazione di Seribo. Vannini fa un esempio automobilistico: “E’ come se uno comprasse un auto e dopo che è emerso che ha problemi di tenuta di strada la buttasse via. Si possono fare aggiustamenti- riconosce Vannini- ma non chiudere Seribo”. Il sindacalista della Funzione Pubblica, deluso dall’incontro di ieri, promette che nell’immediato futuro verranno messe in piedi iniziative di lotta. “I lavoratori sono preoccupati” dice Vannini. Ieri, durante l’incontro, le lavoratrici e i lavoratori di Seribo hanno manifestato sotto le finestre di Palazzo d’Accursio.
Secondo Vannini, la giunta guidata dal sindaco Virginio Merola ha deciso di liquidare Seribo per risolvere tensioni che proseguivano da tempo. A detta del sindacalista, i problemi tra amministrazione comunale e Camst, sua socia dentro Seribo, emergono un paio d’anni fa quando è scaduto il primo contratto di servizio decennale tra il Comune e la partecipata per la gestione del servizio di refezione scolastica. “Quando la giunta Guazzaloca decise di esternalizzare il servizio fu fatto un contratto di servizio di dieci anni, mentre lo statuto di Seribo prevede una durata trentennale”. E’ da lì che, secondo Vannini, sono iniziate le tensioni tra Comune e Camst: da quel momento si è proceduto con affidamenti temporanei fino alla finanziaria del governo Renzi, la quale, imponendo ai comuni di mettere mano alle partecipate, ha dato il destro a Palazzo d’Accursio per prendere di petto la questione Seribo, chiudendola.
In questa vertenza la controparte di Vannini e dei sindacati rischia di non essere solo il Comune. Anche i genitori, riuniti nella Osservatorio mense, sono su posizioni diverse rispetto alle organizzazioni dei lavoratori. In primo luogo, i sindacalisti rimproverano ai genitori la posizione possibilista sull’eventuale messa a gara del servizio. In secondo luogo i genitori hanno proposto contratti di servizio brevi, inferiori ai dieci anni: “Un appalto breve non sarebbe una soluzione adeguata per salvaguardare i livelli occupazionali degli uomini e delle donne che lì dentro lavorano”.
“Noi pensiamo che il progetto Seribo abbia avuto dei problemi ma che sia ampiamente migliorabile, a partire dalla stipula di un contratto di servizio diverso da quello che è andato in onda negli ultimi anni. I margini ci sono” dice Vannini.
Un primo momento di confronto tra amministrazione, genitori e sindacati potrebbe essere giovedì prossimo, 5 febbraio, quando alle 18 nella sala Falcone e Borsellino di via Battindarno, l’Osservatorio cittadino mense scolastiche ha convocato un’assemblea per discutere del futuro del servizio. Oltre ai genitori padroni di casa, è previsto l’intervento dell’assessore alla scuola Marilena Pillati. “Il grande interesse espresso dalla partecipazione dei genitori e il lungo lavoro di confronto in sede di Commissione Mensa Cittadina testimoniano la necessità di estendere il dialogo oltre i confini delle sedi istituzionali preposte” ha scritto l’assessore nella nota nella quale assicurava la propria presenza. “Stiamo pensando di andare anche noi” dice Vannini.
In merito al ritrovamento, la scorsa settimana, di una rondella di ferro all’interno di una polpetta distribuita dal centro pasti Erbosa di Seribo, il Comitato Genitori 0-6 insieme all’Osservatorio Mense Scolastiche ha chiesto ulteriori controlli. Ieri si è saputo che i controlli condotti dai Nas dei Carabinieri hanno escluso categoricamente che la rondella provenga dal centro pasti in questione, confermando la linea di difesa dell’azienda. “Chiediamo però ulteriori indagini- scrivono in una nota- per individuare e rendere note le responsabilità dell’accaduto, preoccupati che il fatto possa ripetersi. L’accaduto è gravissimo, soprattutto per le possibili conseguenze, e non può essere ignorato” concludono i genitori che esprimono la “massima solidarietà ai genitori del bambino”. A conclusione della nota, i genitori lanciano una steccata: “Rispetto alle risposte burocratiche che sono state date alla mamma, prima che la notizia fosse nota, ci auguriamo che il Comune come socio di maggioranza di Seribo e l’azienda sappiano stare più vicini all’utenza, visto che per pura fortuna non ci sono state conseguenze. Continueremo a vigilare in attesa dei risultati delle verifiche in atto”.