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Bologna, 6 nov. – Il 21 novembre a Bologna torna lo sciopero del pasto nelle mense scolastiche. Gli otto cambiamenti richiesti dopo la protesta del 5 maggio non sono stati messi in atto, spiega Sebastiano Moruzzi dell’Osservatorio Mense.
L’assemblea di ieri sera ha scelto all’unanimità di lanciare una nuova giornata di lotta in cui le famiglie saranno invitate a mandare i figli a scuola (materne ed elementari) con il pranzo da casa e segnalando l’assenza in mensa degli alunni (in questo modo Seribo non incasserà la tariffa per i pasti di quel giorno).
Le nuove richieste toccano tre temi: tariffe “ancora alte e ingiustificate”, gli utili di Seribo “che non verranno reinvestiti ma redistribuiti tra i soci” e i contenuti del nuovo bando di gara per l’affidamento del servizio di refezione scolastica.
Durante lo sciopero del 5 maggio un bambino su due partecipò allo sciopero del pasto e a fronte del successo della mobilitazione il sindaco Virginio Merola incontrò personalmente i promotori dell’iniziativa e si impegnò su una serie di punti, alcuni applicati solo a metà altri ancora senza applicazione.
Il biologico è arrivato da settembre 2014 al 50%, ancora troppo poco per l’Osservatorio, che fa riferimento ad una delibera regionale del 2013 in cui l’indicazione è di avere il 100% di cibo bio nelle mense. Non è stato inserito, come richiesto, nessun limite agli utili di Seribo. La sostituzione dei piatti di plastica con quelli di ceramica è ancora parziale e non è ancora iniziata nelle scuole dell’infanzia. I genitori inoltre lamentano poca trasparenza e il dietro front del sindaco sulla clausola di salvaguardia che permetta a una scuola di sperimentare altre forme di fornitura pasti. Inoltre non è ancora avvenuto, né si sa se e come ci sarà, il promesso conguaglio delle tariffe dello scorso anno, con il nuovo sistema sperimentale di tariffazione a consumo. Pochi giorni fa è stato annunciato che non ci sarà il reinvestimento degli utili di Seribo e al momento nessuna delibera è stata fatta per modificare il regolamento comunale delle commissioni mensa.
L’Osservatorio ha chiesto, infine, una convocazione urgente della commissione mense cittadina.
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