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Mense ai privati. I genitori non dicono no: “Nessun modello è perfetto”

Bologna, 22 gen. – Il servizio mensa delle scuole di Bologna andrà ai privati, passando da un modello misto a maggioranza pubblica ad uno dove il pubblico si occuperà solo del controllo, lasciando il 100% della gestione ad altri. Dopo l‘annuncio da parte della giunta Merola (oggi illustrato sul sito del Comune), che ieri sera ha comunicato di voler mettere a gara il servizio gestito fino ad ora dalla partecipata Seribo, i genitori dell’Osservatorio Mense prendono posizione. E non sono pregiudizialmente contrari alla novità.

“Non c’è nessun modello giusto o sbagliato per definizione. Pubblica, privata o mista, ogni tipologia di gestione ha i suoi pro e i suoi contro – ragione Dora Ramazzotti dell’osservatorio – Tutto dipenderà da come sarà scritto il contratto e il bando di gara, e poi ci vorranno risorse e strutture atte a controllare veramente la qualità del servizio. Speriamo si faccia tesoro degli errori del passato, perché fino ad oggi, pur con la maggioranza di Seribo in mano pubblica, ci sono stati molti problemi”.

Secondo Ramazzotti il cambio di orientamento della giunta Merola, che fino a luglio 2014 sembrava voler continuare a percorrere la strada della gestione mista pubblico-privato del servizio mense, è dovuto alle richieste di Camst, il socio privato che assieme a Elier controlla il 49% di Seribo. “Per uscire dall’attuale contratto potrebbe avere fatto richieste così esorbitanti  da aver fatto cambiare il vento. Buona parte delle responsabilità di quello che sta succedendo secondo noi è dovuta alle richieste dei soci privati”. Per i genitori comunque la gestione delle mense, visti gli utili, avrebbe potuto tranquillamente restare nell’orbita del pubblico. “Il modello attuale con Seribo controllata al 51% dal Comune lo conoscevamo bene e stavamo lavorando da anni al suo miglioramento. Adesso ci troviamo di fronte a qualcosa di nuovo. Chiederemo comunque un orizzonte temporale più corto, la gara di 10 anni è impensabile, dovrà scendere a 5 o a 2. E comunque – conclude Ramazzotti – vorremmo ricordare come i centri pasto siano già stati pagati dai genitori negli anni. Quelle risorse sono da recuperare”.

Per discutere della situazione i genitori dell’Osservatorio mense si riuniranno domani sera alle 20.30 nel centro sociale Nello Frassinetti, in via Andreini. “Non è escluso nemmeno l’ipotesi di avviare un boicottaggio di Camst“, ha spiegato Ramazzotti all’agenzia Dire nel pomeriggio di oggi. L’idea era nata negli scorsi giorni prima della svolta decisa dal Comune, ma l’ipotesi non è stata accantonata, e le forme di pressione potrebbero essere messe in pista proprio per ottenere garanzie in questa fase di passaggio. Anche nei confronti di Camst, i cui utili “sono il tesoretto che manca al bilancio per fare i centri pasti”.

 La posizione dei sindacati

Sullo smantellamento di Seribo e il passaggio del servizio delle mensa scolastica ad una gestione 100% privata Cgil, Cisl e Uil non si dicono contrarie a prescindere, ma chiedono esplicite garanzie su qualità del servizio, contratti e tutela dell’occupazione. “Dopo il bando – dice Michele Vannini della Funzione pubblica Cgil – chi garantirà che non ci saranno tagli ai posti di lavoro?” Un ‘no’ netto alla privatizzazione arriva invece dal sindacato di base Usb, che bolla l’operazione del Comune di Bologna come un modo per fare cassa. Usb annuncia da martedì prossimo l’avvio di percorso di mobilitazione contro “i tagli e le privatizzazioni” che arriveranno, si dice sicuro il sindacato di base, assieme alla definizione di un bilancio 2015 “lacrime e sangue”. Il prossimo incontro tra sindacati e Comune di Bologna è previsto per martedì 27 gennaio.

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