Bologna, 5 nov. – Tutti i dipendenti dell’azienda Mape spa, specializzata nella produzione di cilindri, canne cilindro e basamenti per applicazioni automotive, hanno aderito allo sciopero indetto da Fiom-Cgil questa mattina davanti allo sede legale di Bazzano, in via Giuseppe di Vittorio. I centoquaranta lavoratori di entrambi gli stabilimenti, Bazzano e Monteveglio, hanno presidiato la zona, distribuendo dolcetti e volantini agli automobilisti di passaggio.
Il delegato Fiom Francesco Cecere ha spiegato che i lavoratori sono preoccupati da tempo per la situazione debitoria dell’azienda, si parla infatti di 60 milioni di debito e del conseguente rischio di quaranta esuberi. La causa, sempre secondo Cecere, è stata la gestione aziendale degli ultimi 6-7 anni. I vertici hanno scelto la strada dell’espansione dell’azienda, comprando prima la Tecnol di Barberino, poi la Bertolina di Varese e la Cemafor di Chieti per poi costituire una Mape Sweden e una Mape Usa, “con un’evidente incapacità di prevedere le ricadute. Anzichè diventare una filiera internazionale ha creato 60 milioni di debiti”.
Tutto il gruppo Mape Italia ha presentato richiesta di concordato, che però rischia di non venir ammesso. Lo stesso commissario giudiziale esprime preoccupazione a riguardo. “Siamo vicini a un concreto rischio di fallimento”.
Da mesi i lavoratori chiedono un piano industriale di rilancio senza alcun risultato, portandoli allo sciopero di stamattina.
Il tavolo di incontro istituzionale di salvaguardia di oggi pomeriggio alle 13 si è risolto nella promessa della presentazione del piano industriale il 20 novembre. Se questo non dovesse avvenire la mobilitazione continuerà.
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