Manganellate di fronte a Làbas. “Hanno sigillato la via per difendere i fascisti”
La polizia carica i militanti di Làbas in via Orfeo due ore prima della presentazione di un libro dell’estrema destra. Le testimonianze dei frequentatori del centro sociale

Bologna, 28 giu. – “Fate girare, la polizia ha caricato le persone fuori da Làbas senza alcun motivo”. E’ questo lo status facebook apparso poco prima delle 19 sulla pagina facebook del centro sociale occupato di via Orfeo. Gli attivisti e i frequentatori dell’ex caserma, che il mercoledì tra le altre cose ospita un affollato mercatino contadino, raccontano dell’arrivo di due camionette della celere che, alle 18.30, “hanno sigillato via Orfeo da due lati senza lasciare passare più nessuno”. A quel punto i militanti del centro sociale sono usciti correndo e sono stati caricati dagli agenti. Qualche manganellata, alcuni attivisti contusi e qualche attimo di paura soprattutto per le famiglie con bimbi che ancora affollavano il centro sociale prima dell’acquazzone della serata: questo il risultato dell’azione degli agenti, in forze nel quartiere per presidiare la presentazione di un libro edito da una casa editrice di estrema destra. “Un raduno di fascisti“, l’avevano bollata così gli attivisti di Làbas, che però, al momento dell’arrivo delle camionette (18.30), non avevano dato vita a nessuna forma di protesta contro la presentazione che sarebbe arrivata solo ore dopo. Un’azione preventiva degli agenti? “La verità è che hanno voluto colpire Làbas“, dice Detjon Begaj, attivista del centro sociale e consigliere di quartiere per Coalizione Civica.
“Ero andata in Sala Borsa per prendere dei libri e poi sono tornata a Làbas ma non mi hanno fatto lasciare. Via Orfeo era chiusa, non si poteva passare”, spiega Angela, abitante del quartiere e frequentatrice di Làbas.
“Ho visto la polizia chiudere la strada – racconta Lino, un contadino che il mercoledì vende i suoi prodotti a Làbas – Poi i ragazzi sono usciti e a un certo punto il capo della polizia ha detto ‘caricate’, e gli agenti hanno caricato”.
“Ho visto correre fuori i ragazzi del Labàs e altri che stavano facendo la spesa – racconta Veronica – Dentro i bambini piangevano terrorizzati da quel stava succedendo. All’inizio gli agenti sembravano voler impedire a tutti di uscire o di entrare, e chi stava dentro pensava ad uno sgombero”.
Sui fatti il deputato di Sinistra italiana Giovanni Paglia annuncia un’interrogazione. “In data 28 giugno 2017 a Bologna presso il centro sociale Baraccano è prevista la presentazione di un libro su Sergio Ramelli – scrive Paglia – con la presenza di esponenti di formazioni neofasciste. Tale evento è in evidente contrasto con la memoria antifascista della città e offende tante e tanti cittadini, che hanno chiesto di impedirne lo svolgimento. Per ragioni che dovrebbero essere spiegate, vengono invece inviati blindati delle forze di polizia presso il centro sociale Labas, distante circa 500 metri dal Baraccano, dove è in corso di svolgimento il consueto mercato del mercoledì, frequentato da numerose famiglie della zona. All’uscita di alcune persone dal centro sociale Labas, scattano inoltre cariche da parte della celere, che colpiscono con violenza ripetuta. Non è accettabile, a parere dello scrivente che anziché tutelare la democrazia da forze apertamente neofasciste, si garantisca loro la piena agibilità politica, mentre si utilizzano le forze dell’ordine in contesti pacifici, con modalità che non possono trovare alcuna giustificazione. Chiede Quali siano le ragioni che abbiano indotto ad inviare camionette e celere presso il centro sociale Labas. Perché si siano autorizzate cariche di polizia in un contesto frequentato da famiglie e bambini. Quali misure si adottino a Bologna per contrastare la propaganda e l’iniziativa politica di matrice neofascista”.
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