Bologna, 17 nov. – Nel 1976 compariva un termine: “riflusso”. Indicava il ritorno al privato di una generazione disillusa, quella del 1968, dopo anni di mobilitazione, di violenze fasciste, di tante sconfitte e alcune vittorie, come il referendum sul divorzio del 1974. Sulle strade rimaneva invece la generazione successiva, ma quello che seguirà non sarà “un nuovo ‘68”, come prevedeva l’Espresso.
Per certi versi anche la musica d’autore seguirà la stessa parabola del movimento sessantottino, cantandolo prima e ritirandosi dalla battaglia politica con esso. E così, mentre i testi perdevano via via connotazione ideologica, per i cantautori arrivava sì il grande successo popolare, ma anche le accuse di ermetismo e disimpegno, l’assalto ai palchi, le molotov, la polizia ai concerti.
Dischi d’oro in anni di piombo.
Puntata 8 – E spararono al cantautore
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