Ma che musica, Presidente! – Puntata 13
La musica occidentale si accorse dell’apartheid soltanto negli anni ’80, quando il regime di segregazione razziale era già in vigore da oltre 30 anni. Ciò nonostante, si creò un movimento di opinione molto forte, sia per l’ispirazione data da figure come Nelson Mandela e Steve Biko, sia per le attività dell’Anti-Apartheid Movement attivo fin dal 1959 in Gran Bretagna.

La musica occidentale si accorse dell’apartheid soltanto negli anni ’80, quando il regime di segregazione razziale era già in vigore da oltre 30 anni. Ciò nonostante, si creò un movimento di opinione molto forte, sia per l’ispirazione data da figure come Nelson Mandela e Steve Biko, sia per le attività dell’Anti-Apartheid Movement attivo fin dal 1959 in Gran Bretagna.
Non poteva accadere altrimenti, nel decennio delle grandi adunate “solidali” di star (Band Aid, Usa for Africa). E allora avanti con le canzoni – Sun City, Biko, Mandela Day… – e con i concertoni, come quello di Wembley nel 1988 per il settantesimo compleanno di Nelson Mandela. Ma tra solidarietà un tanto al braccio, capricci da star, televisioni che tagliano e gestione dei diritti audiovisivi, l’unico a fare la figura del cattivo è Paul Simon, per il suo album capolavoro Graceland. Suona con musicisti sudafricani, colonialista!
Puntata 13 – Sì d’accordo: free Mandela…