20 mar. – “Amianto” è la storia di Renato, un operaio cresciuto nel dopoguerra che scioglieva elettrodi in mille scintille di fuoco a pochi passi da gigantesche cisterne di petrolio. Un uomo che respirava zinco, piombo e una buona parte della tavola degli elementi di Mendeleev, fino a quando una fibra d’amianto, che lo circondava come una gabbia, ha trovato la strada verso il torace. Poi, chiuso il libretto di lavoro, quella fibra ha cominciato a colorare di nero le cellule, corrodendo la materia neurale. Una ruggine che non poteva smerigliare, lesioni cerebrali che non poteva saldare.
“Amianto” è ambientata tra le acciaierie di Piombino e quelle di Taranto, tra le raffinerie liguri e gli stabilimenti di Casale Monferrato ed è la storia dei vari Renato d’Italia, uccisi dal lavoro di cui andavano fieri.
Abbiamo intervistato Alberto Prunetti figlio di Renato e autore del libro “Amianto. Una storia operaia”, edito da Agenzia X.
Amianto verrà presentato questa sera, mercoledì 20 marzo, in via Zamboni 38 alle 19 , con Alberto Prunetti, Wu Ming 1, Massimo Vaggi (avvocato FIOM). L’iniziativa è organizzata dal collettivo Bartleby.
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