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“L’università intitoli un’aula a Francesco Lorusso”

Bologna, 11 mar. – Riprendere un discorso interrotto con l’università per intitolare un’aula a Francesco Lorusso, almeno in vista del quarantennale dell’assassinio. Questa mattina, durante la commemorazione in via Mascarella, il portavoce dell’Associazione Francesco Lorusso ha rilanciato la proposta alla prorettrice agli studenti Elena Trombini: “Sarebbe piaciuto moltissimo ai genitori di Francesco”, ha detto Mauro Collina.

“Nessuna memoria condivisa con i nemici di Francesco”, hanno scritto sul loro mazzo di fiori e urlato all’indirizzo dei rappresentanti istituzionali – la prorettrice e l’assessore comunale alla Cultura Davide Conte – una ventina di attivisti del collettivo Hobo. “Ragazzi fate un po’ i bravi”, gli ha risposto qualche ragazzo del ’77, “Lasciali contestare, non vorremmo proprio noi isolare le minoranze”, ha aggiunto qualcun’altro. “I giovani sono esuberanti, lo eravamo anche noi. Fanno bene a contestare l’università, ma non lo facciano stamattina qui in via Mascarella”, chiede Collina.

In mezzo al centinaio di persone che si sono radunate davanti alla lapide che da sempre ricorda Lorusso – “assassinato dalla ferocia armata di regime” -, c’era anche un gruppo di studentesse e studenti delle Laura Bassi che ha filmato la mattinata. Stanno lavorando a un cortometraggio sul ’77 insieme all’associazione Documentaristi Emilia-Romagna. Il loro insegnante di Filosfia, Roberto Guglielmi, racconta come si sono preparati in classe prima di affrontare le riprese.

Poca prima che depositassero il loro mazzo di fiori, abbiamo chiesto ad alcuni giovani attivisti il senso della loro presenza oggi in via Mascarella.

“Una morte tragica quanto inutile”, diceva un anno fa ai nostri microfoni Franca Menneas, che nel libro Omicidio di Francesco Lorusso. Una storia di giustizia negata per la prima volta incrociava testimonianze e carte giudiziarie. Nel libro si ricostruisce la mattina dell’11 marzo 1977 a Bologna, quando un carabiniere spara e “presumibilmente ammazza” lo studente di medicina 25enne, “unico morto ammazzato dalla Liberazione durante scontri di piazza, una morte che segna la città, una frattura mai del tutto rimarginata“, una vicenda sulla quale non è mai stato fatto un processo.

La giornata di memoria prosegue con un corteo che partirà alle 18 in piazza Verdi, preceduto e seguito da diverse iniziative del collettivo universitario autonomo e da una serata al Vag 61 di proiezioni e reading a cura del Centro di Documentazione dei Movimenti Francesco Lorusso-Carlo Giuliani.

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