Bologna, 20 nov.- Un romanzo sulla schizofrenia e, anche, sull’età postadolescenziale. Non un giallo (anche se il decesso “accidentale” di due ragazzini a distanza di dieci anni l’una dall’altro fa da cornice) e nemmeno un racconto di formazione. Questo è Medusa, esordio narrativo di Luca Bernardi, edito per la casa editrice Tunué nella collana romanzi, diretta con molto acume da Vanni Santoni.
Con l’occhio puntato, fra gli altri, verso l’Alexandre Portnoy tratteggiato da Philip Roth, Bernardi crea un personaggio maschile (e voce narrante) diviso fra la non vita tipica di chi oggi ha superato l’adolescenza, ma è costretto ancora a sostare ai suoi margini, e una disgregazione tutta mentale del proprio se stesso.
Sostenuto da una lingua che è insieme continuo florilegio ed esplosione del senso, il narratore di Medusa racconta della sua stessa liquefazione come persona, della sua perdita di contatto con la realtà, ricca di alieni, ma soprattutto di una quotidianità poco amata quanto accettata passivamente.
Luca Bernardi ha parlato di Medusa con Sergio Rotino e Laura Marongiu all’interno di Solaris.
Qui sotto potete ascoltare l’intervista:
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