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18 nov. – L’arte dello scrivere si trasforma. Se i libri diventano digitali, il lettore sempre più vuole sentirsi partecipe dell’opera e lo scrittore cambia il suo mestiere. Ne abbiamo parlato con i Wu Ming, collettivo di scrittori che da tempo sperimenta un modo diverso di scrivere.
Qualche mese fa Wu Ming 4 ci raccontava, durante la trasmissione Pensatech sugli ebook, del ritorno a “pratiche performative, con i reading, un ritorno ai cantastorie“.
Ora arrivano i laboratori: qui lo scrittore, come un antico alchimista, monta, smonta storie, mitologie, racconti e leggende. Partiranno da febbraio al Laboratorio 41 di via Castiglione, ma è già possibile iscriversi (a partire da 120 euro). Wu Ming 2 ce li ha presentati come un “Giap offline“, una prosecuzione del dibattito che è possibile seguire sul loro blog. I laboratorio saranno un luogo dove sarà possibile, di persona, continuare l’analisi “delle ‘tossine narrative’, nel tentativo di costruire racconti alternativi ai miti tecnicizzati del potere“. Un interessante esperimento di imprenditoria culturale che cerca nuove strade, dove il libro non è più la fonte di guadagno unica dello scrittore.
Si partirà con Cantarchivio, per plasmare storie a partire da vecchi documenti, poi Futbologia, per costruire e ricostruire storie di pallone, e infine Sentieri della Terra di Mezzo, sull’epica di Tolkien.
L’intervista a Wu Ming 2
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