Bologna, 8 lug. – “E’ giunto il momento che anche l’Italia si doti di questa fattispecie di reato”. Paolo Calvano, segretario emiliano romagnolo del Partito Democratico e consigliere in assemblea legislativa regionale, è il primo firmatario di una risoluzione che impegna la giunta di viale Aldo Moro a fare pressione sul Parlamento per arrivare all’introduzione del reato di tortura. Il nostro paese “non è immune da questo drammatico fenomeno- scrivono i democratici – come confermano i gravi casi di violazione dei diritti umani, come quelli di Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e i fatti legati al G8 di Genova”. LA mossa dei democratici, sostenuta anche dai consiglieri di Sel, nasce dopo le 223mila firme presentate da Ilaria Cucchi al ministro della giustizia Andrea Orlando a sostegno dell’introduzione di questa fattispecie di reato. “I tempi sono maturi” secondo Calvano.
In Italia la discussione sull’introduzione di questa fattispecie di reato va avanti da decenni. Diversi i tentativi abortiti nel corso degli anni. “Ora non bisogna più perdere tempo” sembrano dire i democratici. “Dopo l’introduzione delle unioni civili, l’approvazione della legge sul Dopo di noi, è il momento di arrivare ad un testo unico sulla tortura” dice Calvano. L’auspicio, e l’invito rivolto al suo partito, è “facciamo diventare davvero questa legislatura quella dei diritti civili”.
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