30 mar. – Un link o una immagine corredata di citazione condivisi sul gruppo whatsapp delle mamme, dei colleghi, del corso di pilates. “L’ho trovato su internet. Dice che le case farmaceutiche diffondono l’autismo attraverso i vaccini!”. Comincia così il viaggio nel sottobosco dei gruppi social dedicati al tema dei vaccini. Obiettivo ultimo degli internauti: scovare la fonte dell’informazione pura, veramente libera e veramente vera, quella taciuta dai media, quella di cui “nessuno parla”. Un tamburellio di polpastrello sullo schermo dello smartphone e si arriva su Facebook. “Vaccini Puliti”,”Proteggiamo i nostri bambini”, “NO AI VACCINI!!!!”, “Liberi dall’obbligo vaccinale” questi i nomi, spesso seguiti da una notevole quantità di punti esclamativi, di alcuni gruppi fulcro se non del dibattito, per lo meno della diffusione di informazioni e iniziative a tema. Se, in effetti, i regolamenti parlano di “confronto” e “volontà di fare chiarezza” d’altra parte definiscono anche il target degli utenti: non “professionisti della medicina”, ma “liberi cittadini che si scambiano informazioni” e che vogliono “tutelare i propri figli dalle case farmaceutiche e dal servizio sanitario nazionale che sfruttano l’ignoranza e la buona fede della povera gente”. Insomma, sullo sfondo di enormi siringhe che infilzano neonati, pianeta terra ed orsacchiotti di peluche, l’imperativo è “fate girare!”.
Gli amministratori e fondatori dei gruppi, che monitorano iscrizioni, ban e contenuti, sono gli utenti più seguiti, magari sono autori di un libro sul tema, hanno un blog, sono promotori di petizioni e raccolte fondi, o presidenti di una associazione, e sono nomi piuttosto ricorrenti. Come veri e propri guru si fanno strada tra neo genitori preoccupati, curiosi, “laureati presso l’università della vita”, “leonesse che difendono i propri cuccioli”, profili fake, “mamme a tempo pieno” e “cittadini consapevoli”: i loro post hanno il maggior numero di like, commenti, condivisioni e nessuno mette in dubbio ciò che scrivono. C’è anche chi, come per esempio la fondatrice del “Gruppo Nazionale contro le Vaccinazioni di Massa Obbligatorie”, tra i più numerosi con circa 9500 iscritti, organizza infopoint telefonici h24, ma alla richiesta di un contatto telefonico si nega, prende tempo e cancella il post in cui sponsorizza il servizio.
Accanto alla “documentazione” dei teorici antivaccinisti e dei sostenitori neotrumpiani del legame tra autismo e vaccini, circolano ciclicamente contenuti di varia natura: articoli che rivalutano il metodo Di Bella, foto reportage sulle scie chimiche, scambi di e-mail che attestano le installazioni di microchip nel cervello umano, documentari sui rapimenti alieni e ricette per prevenire il cancro a base di acqua e limone. Tutte informazioni strettamente riservate, occultate dai mezzi di informazione di massa e dunque strenuamente diffuse, anche sotto forma di meme, da pagine facebook come “Vaccini, no grazie!”.
Qualcuno usa anche il nome di Gino Strada e delle sue campagne contro la guerra per far proliferare immagini con citazioni senza fonte, preziosi moniti contro i vari complotti, commentate e condivise da un’agguerrita schiera di teorici del “secondo me”. Ma non c’è solo questo e con una adeguata selezione è possibile rintracciare finalmente le fonti accreditate: mednat.org, autismovaccini.org, il blog di Gioia Locati su Il Giornale.it e quello di Beppe Grillo, i siti del Movimento Italiano per la liberazione dalle vaccinazioni e dell’Associazione di studi e informazione sulla salute presieduta dal dottor Gava e dal Dottor Serravalle e infine “Vaxxed”, il famosissimo “film che non vogliono farvi vedere“. Un documentario che supporta la tesi che ci sia qualche correlazione tra vaccini e autismo. Una vera e propria frode scientifica, e infatti il regista Andrew Wakefield è stato radiato dall’ordine dei medici inglese per la sua ricerca del 1998 alla base della pellicola. Lo studio fu ritirato e si scoprì che Wakefile era stato pagato per alterare i risultati delle sue ricerche.
di Chiara Magrone
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