L’Extraliscio di Mirco Mariani al TPO

Il musicista romagnolo racconta l’amore per la musica delle sue terre, in attesa della data di sabato in via Casarini

L’Extraliscio di Mirco Mariani al TPO

17 set. – “Non chiamatelo liscio“, ci ha ammonito Mirco Mariani: il musicista ha presentato due giorni fa la sua nuova avventura musicale, Extraliscio, che sarà possibile gustare dal vivo sabato al TPO. L’”extra”, insomma, ha senso: “Vogliamo inventare un nuovo genere musicale, con il quale per la prima parte del concerto si ascolta, ci si concentra sull’atmosfera, sulle parole dei brani e solo poi si balla“, ha detto Mariani, che nel suo ultimo disco, firmato Saluti da Saturno, aveva già rivisitato due brani della tradizione, “Ciao mare” e “Romagna mia”. “Le mie prime esperienze musicali sono nate dal liscio, dalla balera. Ma la responsabile è Riccarda Casadei, la figlia del mitico Secondo, che mi ha scritto una lettera, una lettera vera, che poi mi ha fatto incontrare con il caporchestra Moreno Il Biondo e la faccenda è partita”. Questo primo incontro è accaduto due anni fa e in tutto questo tempo Mariani ha cercato di capire come riproporre la musica della tradizione romagnola in maniera nuova. “Ci è voluto Mauro Ferrara“, che il nostro ospite ha definito come “la voce della Romagna”, “che mi ha spiegato che nei locali i gestori danno all’orchestra un menù che è un invito al ballo“. Si tratta di un elenco di generi e ritmi ai quali l’orchestra deve sottostare, ordinando le canzoni da eseguire secondo questa traccia. “Questo menù mi ha fatto scattare la scintilla da cui è nato Extraliscio“.

Ma non c’è il rischio dell’operazione nostalgia? Mariani ha negato questa possibilità e ci ha spiegato che “anni fa, fino agli anni ’70, c’erano dei grandi suoni, banchi analogici, ingegneri… C’era rispetto per la musica e io ci credo, da sempre: io fino a che sono sincero, faccio ciò che  mi va, senza troppe domande.” Oltre all’intervista, per ora ci sono due singoli da ascoltare: il disco vero e proprio arriverà a novembre, per Garrincha e, ovviamente, La Casadei Sonora.