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Legambiente lancia la petizione contro il consumo di suolo

25 nov. – Una legge regionale per “frenare l’emorragia di campagna in Emilia-Romagna”. E’ la richiesta di Legambiente ai consiglieri regionali, prima che si torni a nuove elezioni. A livello nazionale tutte le proposte normative contro il consumo del suolo sono per ora ferme, ci spiega Lorenzo Frattini, portavoce di Legambiente Emilia Romagna.

In 30 anni sono scomparsi nella nostra regione 8 ettari al giorno, nel quinquennio 2003-2008 si è urbanizzata un’area di campagna con capacità agricola sufficiente per la sussistenza alimentare di 400mila persone, come un’intera provincia.

Per ora solo dieci consiglieri (Movimento 5 Stelle e M5S) hanno risposto all’appello. Ora Legambiente lancia una petizione popolare, una raccolta firme, per far sentire la pressione dei cittadini. Per ora A Bologna è possibile firmare ad AlceNero – Berberè, ExAequo – Bottega del Mondo e Camera a Sud. 

L’obiettivo è quello di arrivare ad un consumo di suolo netto zero entro il 2030. Per farlo Legambiente propone sei punti:

1. Il suolo è un bene comune, finito e non rinnovabile che fornisce servizi ecosistemici essenziali per il benessere della comunità.

2. Fissare l’obiettivo di consumo netto di suolo zero al 2030.

3. Accrescere in modo sensibile il costo del consumo di suolo vergine attraverso l’introduzione di adeguati meccanismi fiscali, o di oneri di urbanizzazione, o azioni di compensazione (si veda il punto successivo) in modo da rendere più conveniente il recupero dell’esistente e contabilizzare l’impatto ambientale e sociale prodotto dal consumo di suolo.

4. Inserire il principio della compensazione ambientale preventiva per opere infrastrutturali e nuove costruzioni che occupano suolo libero. Favorire il ripristino agricolo e naturale di superfici impermeabilizzate inutilizzate attraverso l’introduzione di meccanismi di riciclo delle aree urbane adottando l’obiettivo comunitario di consumo netto di suolo zero (ad ogni consumo di suolo vergine deve comunque corrispondere la ricostruzione di naturalità funzionale all’ambiente e all’agricoltura).

5. Dare attuazione all’osservatorio regionale sulla pianificazione e ad un sistema di monitoraggio pubblico sul consumo del suolo, che permetta ai cittadini di accedere con facilità ed immediatezza ai dati del fenomeno. Istituire in ogni Comune un anagrafe degli edifici integrata con le utenze e la base catastale al fine di monitorare in continuo lo stato di utilizzo, consumi energetici, necessità di adeguamento sismico ed energetico.

6. Azzerare lo strumento delle “varianti tramite accordi di programma”, ad esclusione di opere pubbliche o di rilevanza pubblica.

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