18 ott. – “Alla luce del fatto che qualcuno non ha rispettato quel percorso condiviso ci pare corretto che il Prefetto consideri l’opportunità di riaprire quel tipo di tavolo”. Tiziano Tassoni, responsabile logistica e trasporti di Legacoop Bologna,va giù pari: “Quell’intesa non ha senso se è rispettata solo da una parte”. A mandare su tutte le furie l’associazione delle coop rosse è stata la scelta del Si Cobas di bloccare questa mattina, per alcune ore, l’ingresso dei mezzi alla Granarolo di Cadriano.
“Non andiamo avanti unilateralmente” dice Tassoni che ribadisce quanto detto ieri: “Noi abbiamo rispettato l’accordo”. In particolare, Legacoop precisa di essere riuscita a trovare, ad oggi (e con uno slittamento di una 15 di giorni per quanto riguarda una scadenza intermedia) un impiego a 9 lavoratori. “Continueremo a fare il possibile perché, alla data del 31 ottobre, anche gli altri 7 lavoratori per cui ci siamo impegnati abbiano un nuovo posto di lavoro” dice Tassoni, affiancato dalla direttrice Ethel Frasinetti.
Nell’accordo siglato in Prefettura il 17 luglio scorso, a fronte dell’impegno del Si Cobas a “revocare lo stato di agitazione”, Legacoop, Hera e Logima si impegnavano, entro il 31 ottobre, a trovare un’occupazione per 23 dei 51 ex dipendenti del consorzio SGB licenziati dopo i blocchi della primavera. Nel frattempo, i lavoratori sarebbero stati riassunti dal consorzio SGB e messi in cassa integrazione per tre mesi, rinnovabili. “Sono inadempienti” aveva tuonato Aldo Milani annunciando il presidio dei Si Cobas di oggi.
“Siamo noi a chiedere il rispetto degli accordi e della legalità” dice Tassoni che accusa il sindacato di base di “atteggiamento scorretto e incomprensibile”.
Un’altra delle contestazioni mosse dal Si Cobas riguarda il fatto che ad alcuni lavoratori sarebbe stato proposto un contratto con tre mesi di periodo di prova. “Falso” dice ancora Tassoni che mostra la lettera di assunzione di un facchino in cui la cooperativa annuncia di rinunciare al tempo di prova previsto.
Non concorda Aldo Milani dei SiCobas che contesta i numeri forniti da Legacoop e chiede la riassunzione di tutti i 51 facchini licenziati, non solo dei 23 previsti. Aldo Milani (SiCobas)
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