Le coop sociali nella bufera, tra tagli della PA e “rigidità sindacali”

Le 103 cooperative sociali bolognesi si sentono schiacciate dai continui tagli al welfare e dalla non disponibilità dei sindacati a far slittare la terza tranche di aumento per i dipendenti. E ai comuni dicono: “Riprogettiamo insieme il welfare”.

Radio Città del Capo - Le coop sociali nella bufera, tra tagli della PA e “rigidità sindacali”

28 mar. – Schiacciate tra il martello dei tagli della pubblica amministrazione e l’incudine dei sindacati. Si sentono così le 103 cooperative sociali della provincia di Bologna che hanno innaugurato oggi quella che il presidente dell’Alleanza delle cooperative italiane, Gianpiero Calzolari, ha definito “la legittima mobilitazione delle cooperative”. E non si esclude anche un ricorso alla piazza.

Da un lato i continui tagli al welfare che le amministrazioni locali stanno effettuando in questi anni (nel 2013, tra comune di Bologna e Ausl, il taglio complessivo si aggira intorno ai 100 milioni, secondo Aci) e che stanno creando non pochi problemi alle aziende. E’ per questa ragione che Calzolari chiede alle amministrazioni di poter partecipare alla riprogettazione dei servizi sociali.

Dall’altro lato le coop lamentano eccessive rigidità dal fronte sindacale. Le imprese aderenti alle tre centrali cooperative che si sono riunite nell’Alleanza (Legacoop, Confcooperative, Agci) impiegano oltre 7mila persone ed hanno un fatturato complessivo di oltre 276 milioni di euro, ma un margine davvero risicato (in media intorno al 3%). Proprio per questo Doriana Ballotti, responsabile di Legacoop sociale, si rivolge ai sindacati di categoria invitandoli a trovare un accordo (come già avvenuto in altre regioni) per far slittare la 3° tranche di aumento prevista. Secondo i calcoli di Ballotti, gli 8 euro netti che arriverebbero ai lavoratori in busta non sono sostenibili per le imprese che si trovano a pagarne 20. “I sindacati devono capire che noi non siamo la loro controparte” dice Calzolari.

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