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Le Case Anziani costano 1 euro di meno

Foto Flickr CC di Marco Belli

Bologna, 30 mag. – Un euro in meno al giorno, 30 euro al mese, 365 all’anno, pare poco ma in tempi di crisi può fare la differenza. Per questo il Comune ha deciso di abbassare da 52,60 a 51,60 euro la tariffa giornaliera per la maggior parte delle Case Residenze Anziani di Bologna, 512 posti letto su 657. Ad essere esclude da questa riduzione solo due strutture, la “Madre Teresa” gestita dalla coop Ancora e la Lercaro, gestita da Asp.

E’ quanto prevede un accordo firmato questa mattina tra il Comune e i sindacati. La copertura di queste cifre, spiega l’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, si trova in una parte dei sette milioni di euro di ‘avanzo’ del Fondo regionale per la non autosufficienza che spetta nel biennio al territorio del Comune.

La questione tariffe è la fase finale di un processo di adeguamento alla legge regionale sull’accreditamento, che chiede di uniformare le tariffe in tutta l’Emilia-Romagna a 49 euro al giorno. Vista, però, la qualità superiore delle strutture bolognesi, la Regione permette che le quote siano lievemente superiori, a seconda se la qualità aggiuntiva sia media (quella dei 512 posti) o alta (i restanti 145).

Di pari passo il Comune e i sindacati hanno siglato il compimento della cosiddetta “responsabilità gestionale unitaria” di residenze e centri diurni accreditati. E’ l’applicazione ancora una volta della legge regionale e prevede che ogni struttura sia gestita o solo dall’Asp o solo dalle cooperative sociali, senza più appalti interni o gestioni miste come accadeva in passato. Il tutto, spiega Rizzo Nervo è avvenuto “mantenendo l’occupazione degli addetti”, 476 in tutto dei quali 277 dipendenti Asp e 199 delle coop. In parte sono stati trasferiti da una struttura ad un’altra ma nessuno ha perso il posto.

Inoltre, fa eco a Rizzo Antonella Raspadori della Cgil, si tiene ferma la maggioranza pubblica della gestione di questo servizio, che a Bologna è del 58,2%, una quota “molto più alta che nel resto della regione, dove è ferma al 27%”. Una precisazione, dice “che faccio per sgombrare il campo da tutti i discorsi che si sentono sull’esternalizzazione dei servizi”.

Dai primi di giugno, dunque, le strutture Albertoni, Lercaro, viale Roma 1B, viale Roma 2B sono in mano completamente ad Asp, la coop “In cammino” si occuperà di Viale Roma 1A e 1C e Ancora di Madre Teresa. La stessa divisione avverrà per i centri diurni: Albertoni, Aquilone, Lercaro, Margherita, San Nicolò e Savioli saranno gestite da Asp, Madre Teresa da Ancora e Castelletto, Mughetti, Pizzoli, Prezzolini, Tre girasoli, Tulipani dal consorzio Aldebaran.

L’accordo ha incassato la “soddisfazione piena” di Sergio Palmieri della Fnp-Cisl “sia pr le sinergie attivate che per il risultato sulle tariffe”. E’ “essenziale, infatti, mantenere alta l’attenzione sulle fragilità, dato che l’età della popolazione cresce”. Andrea Alessandri della Uil sottolinea poi che  eventuali aumenti di tariffe dopo il 2015 dovranno passare per una consultazione preventiva coi sindacati. Rizzo, infine, ha ricordato che è partito il bando del Comune per la creazione di altri 65 posti in residenza, una mossa che “fa parte della strategia complessiva di attenzione che  l’amministrazione ha per questo tema”.

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