L’arte contemporanea spiegata a mia nonna

Bologna 6 feb. – Si intitola L’Arte contemporanea spiegata a mia nonna ed è un libro che si sviluppa esattamente come promette il titolo, attraverso il dialogo tra due generazioni apparatemente inconciliabili (una 34enne colta che vive in città e una 92enne tutta orto-messa-giardino) attorno all’arte contemporanea.

“Tutto nasce perché un giorno, ho provato un vuoto –ci racconta l’autrice Alice Zannoni, critica d’arte, curatrice e fondatrice di SetUp Contemporary Art Fair- mia nonna mi passa un santino e mi dice “Alice leggi qui”. Le parole erano molto belle ma io non ho potuto contraccambiare con lo stesso gesto, perché stavo leggendo di uno squalo, conservato sotto formaldeide. Come spiegarle che quello squalo valeva 12 milioni di dollari? O che una scatoletta di latta con su scritto “Merda d’artista” è stata battuta all’asta per 275 mila euro?

L’Arte contemporanea spiegata a mia nonna non è dunque un manuale di storia dell’arte, sebbene si parli di Duchamp, Kandisky, Fontana, Rothko, Hirst, Abramović, o di , performance, e installazioni, né è un testo teorico o un saggio di estestica, ma il tentativo di avvicinare le persone all’arte.

“Quando ho chiesto a mia nonna che cos’è per lei l’arte lei mi ha risposto sicura: Tutte le cose del mondo sono arte. E allora ho capito che si poteva fare”.

“Tuttavia, non mi sarei mai aspettata tanta plasticità mentale, ad esempio quando le ho fatto vedere la famosa performance di Marina Abramovich e Ulay (Imponderabilia del 1977, NdR), pensavo ne uscisse sconvolta e invece disse che le era piaciuta e che avrebbe addirittura attraversato il varco.”

L’arte conteporanea spiegata a mia nonna è anche il racconto di un ritorno all’infanzia e del recupero di un tempo che non c’è più, “mia nonna si è fidata ciecamente di me – continua Alice Zannoni – con la sua tenacia e la sua voglia di vivere perché dice finché sono al mondo continuo a imparare cose nuove.”

Ascolta la chiacchierata completa con Alice Zannoni nei nostri studi