24 giu. – Lanci di monetine, di acqua e di tappi di plastica, tafferugli con le forze dell’ordine e manganellate. Sotto la sede del comune di Parma, in piazza del grano, è andata in scena questo pomeriggio la protesta dei cittadini che chiedevano le dimissioni del sindaco Pietro Vignali. La ragione? L’inchiesta “Green money“, condotta dalla Guardia di Finanza, che ha portato ad 11 ordinanze di custodia cautelare. A finire nei guai, oltre ad alcuni imprenditori, ci sono 3 dirigenti dell’amministrazione comunale della città ducale: il comandante della Polizia municipale, Giovanni Maria Jacobazzi; l’ex capo dello staff del sindaco, ora responsabile marketing, Carlo Iacovini; Manuele Moruzzi del settore Ambiente. Tutte persone molto vicine al sindaco, fin dai tempi in cui Vignali ricopriva la carica di assessore all’ambiente nella giunta guidata da Elvio Ubaldi. Per i tre l’accusa è corruzione e peculato.
Il procuratore della Repubblica di Parma, Gerardo Laguardia ha parlato di “un sistema di tangenti molto complesso e articolato”. Nell’assegnazione degli appalti per il verde pubblico venivano emesse fatture gonfiate o fittizie perché giustificate da lavori inesistenti. Ammonta ad almeno 470 mila euro il totale delle ‘distrazioni’ attribuite, a diverso titolo, agli arrestati.
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