L’addio di Bologna a Giorgio Guazzaloca
I funerali di Giorgio Guazzaloca in San Pietro. Zuppi:

Bologna, 29 apr.- Bologna dà l’ultimo saluto a Giorgio Guazzaloca. Questa mattina nella Cattedrale di San Pietro si sono tenuti i funerali dell’ex sindaco officiati dall’arcivescovo di Bologna Monsignor Matteo Zuppi. Tantissime le persone riunite davanti al portone della chiesa ad attendere il feretro, partito alle 9.45 dal Palazzo del Comune, dove ieri era stata allestita la camera ardente, e accompagnato dal sindaco di Bologna Virginio Merola. C’erano i familiari: la moglie Egle, le figlie, il nipotino e la sorella, le autorità civili e militari, ma anche, tra gli altri, Sergio Cofferati e Walter Vitali, il Ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti, i suoi ex assessori, gli amici e moltissimi concittadini che gli hanno reso omaggio come uomo e non solo come politico.
“E’ stata una delle prime persone che sono andato a cercare per imparare qualcosa della bolognesità”, ha detto Zuppi all’inizio della funzione. Poi l’omelia iniziata con un ringraziamento al sindaco Virginio Merola per aver proclamato giornata di lutto cittadino e aver reso questa giornata comune a tutti.
“Giorgio è stato un uomo giusto, concreto e di buon senso, come confermato da tantissimi in questi giorni di cordoglio- ha detto Zuppi-. È stato un uomo libero, difficilmente classificabile in una categoria definita. Amava la città ma sapeva vedere le rughe senza però coprirle con il cerone. Era allergico alle etichette, attento all’amicizia vera, passionale. Ma anche generoso, umano e senza indulgenze al ribasso. Abbiamo bisogno di uomini così- ha concluso- che non cercano consensi urlando più di altri e che non colpiscono alle spalle”.
Alla fine della funzione è salito sul pulpito l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. “Stavolta te ne sei andato davvero e non sarai mai soddisfatto di quello che dico perché è troppo politico per un burbero come te- ha detto Casini-. Sei stato un padre, un padre scomodo e non sempre facile. Tu sei stato Bologna, hai amato la città come pochi altri, l’hai vissuta, conoscendo gli angoli più segreti e coltivando un sano spirito goliardico. Sei stato unico e grande anche per come hai affrontato le avversità della vita. E sei stato libero di seguire i tuoi sogni senza mai abbatterti. Un macellaio può diventare sindaco, ma un sindaco non può diventare macellaio- ha concluso-. Non sono le vittorie che contano, ma le cause per cui ci si è battuti”. Poi un lungo applauso.
Intorno alle 11 la funzione è terminata e davanti alla cattedrale la salma è stata accolta da un lungo e caloroso applauso. Tanti si sono avvicinati alla famiglia per le condoglianze e tanto l’affetto da parte di chi lo conosceva bene. “Un uomo concreto, schietto e di parola”, così l’hanno ricordato alcuni amici.