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La Tempesta in Festa. Molteni racconta la storia dell’etichetta

23 lug. – La Tempesta, una delle etichette più importanti del panorama discografico italiano, dà appuntamento a tutti per una giornata speciale, a Soliera (nell’ambito di Arti Vive festival) il 26 luglio. La Tempesta, l’Emilia, la Luna vedrà sfilare una dozzina di nomi dell’etichetta di Pordenone, che sta per festeggiare quindici anni di attività. “In realtà i Ministri non sono della Tempesta”, ha raccontato Enrico Molteni questa mattina ad Aperto per Ferie, “ma è nostra abitudine chiamare ogni anno una band o un musicista comunque a noi vicino per mettere un po’ di dischi”. La cittadina del modenese offrirà ben quattro luoghi dove ospitare i live: le piazze Lusvardi e Repubblica, il Fossato del Castello e il circolo ARCI Dude. È la seconda volta che questa sorta di festival itinerante della Tempesta approda in Regione: cinque anni fa La Tempesta sotto le Stelle era a Ferrara. “La mia città natale, alla quale mi sento molto legato”, ha raccontato il nostro ospite, aggiungendo come l’etichetta friulana sia molto legata sia alla città estense che alla Regione tutta.

L’occasione di avere Molteni al telefono, considerando anche la sua attività come musicista nei Tre allegri ragazzi morti, ci ha permesso di farci raccontare la storia dell’etichetta (in breve, ovviamente), ma anche a fare anche dei discorsi più ampi, sulla musica in Italia, su quello che è il confine tra indipendenti e major: “Noi non abbiamo un ufficio né dipendente, siamo agili“: ecco una chiave del successo della Tempesta Dischi, a cuisi aggiunge ovviamente una passione e una dedizione che ha portato ormai alla pubblicazione di un centinaio di titoli, con picchi di vendita di 10000 copie. “Numeri che non raggiungeremo più”, ha chiosato consapevole Molteni, dichiarando con certezza la fine prossima del supporto fisico: “ma noi continueremo a produrre musica”. E a regalarla ai fan: i primi mille che si presenteranno a Soliera, infatti, riceveranno un cd speciale, come da tradizione.

Ecco l’intervista completa, che racchiude anche un piccolo consiglio alle band: “Tenete i piedi per terra“.

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