La sinistra dell’accoglienza riparte dal Benassi, divisa e senza i soci del circolone
Al Benassi i soci pensionati guardano il mondiale di calcio, mentre la sinistra cittadini parla di accoglienza. Sala piena e tanti interventi, duri attacchi al Pd e polemiche con la giunta Merola

Un momento dell’assemblea all’Arci Benassi
Bologna, 12 lug. – Un mese fa le interviste tv ai soci del circolo Arci Benassi, con un profluvio di voci a favore di Salvini. Quasi 30 giorni dopo ecco l’attesa e tanto annunciata assemblea “per ripartire” e tentare di rispondere alla retorica salviniana che, hanno dimostrato i tanti servizi giornalistici prodotti nelle ultime settimane, ha sfondato anche in quella che è tradizionalmente considerata se non più casa della sinistra bolognese sicuramente un buon termometro per capire che aria tira in città. “E’ tempo di scegliere da che parte stare”, il titolo dell’incontro. La sinistra diffusa cittadina non è tirata indietro, e trecento persone si sono presentate al circolone di viale Cavina per ragionare su come rilanciare la mobilitazione contro Salvini e a favore dei migranti. Perché, come ha detto in apertura di assemblea la presidente di Arci Rossella Vigneri, “Noi non staremo fermi di fronte a migliaia di morti in mare“.
Il popolo dell’accoglienza bolognese riparte dunque del circolone Arci, ma lo fa senza la base del Benassi. Che fa altro, non è interessata, oppure si lascia sfuggire commenti poco generosi nei confronti dello sforzo antirazzista messo in campo dall’Arci provinciale. Per capire che qualcosa non ha funzionato basta guardare giorno e orario dell’assemblea, fissata per le 18.30, quando i soci che frequentano il circolo (90% pensionati, 99% maschi) sono pronti per tornare a casa per la cena. E fissata, sopratutto, il giorno della semifinale Inghilterra-Croazia. Col risultato che nella sala dove si gioca a carte ci sono almeno 30 persone di fronte alle tv, totalmente disinteressate del dibattito antirazzista in corso a pochi metri di distanza. Addirittura, racconta qualcuno su facebook, “verso la fine dell’assemblea dall’altra sala si è sentito un urlo di gioia che ha quasi interrotto chi stava intervenendo. Non era un tweet di Salvini. E neanche la notizia del ritrovamento dei 49 milioni di euro che la Lega ha rubato al paese, perché vengono prima gli italiani (Come ha speso 49 milioni di euro la Lega?). Era il goal della Croazia contro la perfida Albione! Oh è proprio vero che ‘sto Benassi si è spostato a destra”.
Fatto sta che l’assemblea, nata per rispondere alle voci pro Salvini dei soci Benassi, doveva in teoria servire per coinvolgere proprio loro, i soci che dal Pd sono passati alla Lega. E se questo era l’obiettivo la missione non può di certo dirsi conclusa, probabilmente deve ancora iniziare. Se invece ci si limita ai numeri, il successo c’è stato. Con la sala piena e un’assemblea vera, senza interventi addomesticati e con confronti a volte anche spigolosi. Segno che i temi dell’accoglienza e dei migranti hanno segnato la carne viva della sinistra, a Bologna così come in Italia. Il dirigente nazionale dell’Arci Filippo Miraglia ammette i limiti attuali della mobilitazione, parla di una sinistra (culturale e politica) che ha perso il contatto con la società, e dice che l’assemblea del Benassi sarà la prima di una serie di incontri che da settembre si moltiplicheranno in tutta Italia. “Noi dobbiamo fare la nostra parte, se c’è chi guarda a Salvini dobbiamo spiegargli perché non è quella la strada”, dice Miraglia rivendicanto la “funzione pedagogica” di Arci, sul piano culturale e politico. Ad ascoltarlo in tanti, dirigenti dell’associazione, semplici soci venuti dai tanti circoli bolognesi, persone impegnate nell’accoglienza e politici. Si vedono volti di Coalizione Civica e del Pd (e anche il leghista Umberto Bosco).
Le voci dei partecipanti all’assemblea “E’ tempo di scegliere da che parte stare”.
A dividere l’assemblea proprio il nodo Partito democratico. “Diciamo la verità, se Salvini è disumano anche Minniti lo è stato”, dice un socio Arci seduto in fondo alla sala che aggiunge: “Dobbiamo prendere le distanze da questo Pd”. “Salvini vince perché l’accoglienza in tante parti d’Italia non funziona”, spiega Boubacar Dia, giovanissimo ghanese, oggi operatore sociale e giornalista arrivato a Bologna tre anni fa grazie al progetto di accoglienza per rifugiati in famiglia. “A Bologna tutto va bene, ma in Sicilia ho tanti amici che vivono in strada e raccolgono pomodori. Dove è stato fino ad ora il Pd? Ecco perché Salvini vince. Ma noi migranti non abbiamo paura”. A parlare sul palco Angela Sciavilla di Cantieri Meticci, che racconta di essere stata allontanata, con la sua compagna teatrale mista migranti-italiani dagli anziani del centro sociale della Croce del biacco. “Siamo stati costretti a spostarci nella Chiesa di fronte”.
A affondare il colpo contro il Partito democratico Babacar Ndiaye, presidente dell’associazione dei senegalesi che dice di capire Salvini (ovviamente senza condivididere), ma non il Pd. “Guazzaloca ci ha accolti – dice – la giunta Merola ci sta mettendo in strada“. Altro attacco alla giunta: “L’assessore alla sicurezza ha messo i migranti a pulire i muri di Bologna gratuitamente. Ma il lavoro deve essere pagato, dà dignità, sostiene le famiglie. Perché stiamo a guardare?”. Applausi in sala. Replica l’assessore Matteo Lepore, “Bologna è una città dove si accoglie e bene, ma sui problemi sollevati chiedo all’Arci di organizzare un’assemblea per parlarne. Si fa così in una città democratica, parliamone e confrontiamoci”.
Che fare invece per tesserati del circolone che preferiscono la partita, o che appoggiano esplicitamente Salvini? “Li coinvolgeremo davvero a settembre, faremo una serie di iniziative come Circolo perché quello di questa sera è un evento dell’Arci provinciale”.