La Questura di Bologna racconta l’arresto di Giovanni Costa

20 set. – La Squadra Mobile di Bologna ha presentato i dettagli dell’operazione che ha portato alla cattura a Santo Domingo del latitante Giovanni Costa di cui abbiamo dato notizia tre giorni fa. L’indagine era partita a marzo di quest’anno quando l’uomo si era reso irreperibile dopo che erano stati rigettati i ricorsi presentati dal suo legale. Costa, fino a quel momento, era residente a Bologna, in galleria Falcone e Borsellino. Lì la sua famiglia aveva continuato a vivere. Proprio attraverso i suoi famigliari, gli investigatori bolognesi sono riusciti a scoprire dove si era rifugiato.

Seguendo infatti i versamenti che i suoi famigliari facevano su di un conto di una banca di Santo Domingo, gli uomini diretti da Massimo Sacco son riusciti a trovare la dua residenza. Costa viveva “da turista”, facoltoso, in uno dei più bei villaggi turistici di Santo Domingo: aveva preso in affitto una villa da 5 mila dollari al mese, nell’esclusiva località di Casa De Campo, nei pressi de La Romana. Lì gli agenti della polizia di Santo Domingo lo hanno arrestato. Costa non ha opposto resistenza e ieri è stato consegnato alla Polizia italiana all’aeroporto di Fiumicino.

Durante le indagini, gli inquirenti bolognesi hanno dovuto anche spulciare Facebook. Costa, infatti, aveva creato un finto profilo sul social network attraverso il quale comunicava con i famigliari.

L’uomo, condannato a 12 anni per riciclaggio di denaro, è accusato di aver ripulito i proventi di attività di affiliati di Cosa Nostra. Dovrà scontare in totale 12 anni, 5 mesi e 17 giorni.

Nel 2001 la Procura della Repubblica di Palermo, dopo le rivelazioni di alcuni pentiti, ha accusato Costa di aver riciclato 900 miliardi di vecchie lire di provenienza mafiosa, ritenendolo legato alla famiglia mafiosa di Portanuova. Nel 2004 Costa è stato sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Bologna per 5 anni, con il sequestro di tutti i beni da parte del Tribunale di Bologna.