La nazi rocker se ne va. E ringrazia Casapound

La nazi rocker, con la svastica tatuata sul seno, che si esibì nel parco della Resistenza di San Lazzaro tornerà negli Usa

Radio Città del Capo - La nazi rocker se ne va. E ringrazia Casapound

Bologna, 6 nov. – Dionna Marie Dal Monte, la nazi rocker che l’1 agosto 2013 suonò sul palco nel Parco della Resistenza di San Lazzaro di Savena, ha deciso che lascerà l’Italia e tornerà a New York, sua città natale. E prima di andarsene, lei che ha sempre detto di non fare politica ma solo musica, ringrazia Casapound. “Me ne vado dall’Italia- scrive in una lettera spedita alla stampa dal marito Marzio Dal Monte- felice di tornare nella mia città natale ma allo stesso tempo triste perché in Italia ho trovato una famiglia, quella di mio marito, ed un Paese stupendo, e paradossalmente numerosi amici militanti di Casa Pound, ragazzi straordinari”. “Paradossalmente – dice la cantante degli Avenue X con la svastica tatuata sul seno –  perché io ho sempre fatto musica, non politica, ma il trattamento che mi è stato riservato dopo la mia esibizione al Jamboree è stato talmente deplorevole che mi sono avvicinata al mondo politico, ed in Casa Pound Italia ho trovato tantissime persone di spessore morale ed ideologico mai visto prima”.

Quindi, stando a quello che scrive, sarebbero stati i media e l’indignazione scaturita da quel tatuaggio con la svastica a spingerla tra le braccia tese dell’estrema destra. Nella lunga lettera, Dionna Dal Monte lamenta una sorta di ostracismo iniziato subito dopo l’esibizione del seno tatuato a Senigallia.

Prima, ricorda Dionna, l’Italia l’aveva accolta “a braccia aperte”, si era esibita molte volte in vari posti della penisola, aveva stretto amicizie con personalità del mondo dello spettacolo e “ricevuto migliaia di euro di finanziamenti da Red Bull”. “Le cose cui sono stata abituata fin da piccola- dice Dionna, figlia dell’attore statunitense Victor Colicchio-. Nella vita non so fare molto. So fare la moglie. La mamma, come ho scoperto. E musica. Non sono stata neanche mai mandata a scuola: ho imparato a scrivere con il computer, eppure i testi delle mie canzoni sono tutti scritti da me, ed hanno riscosso molta attenzione da parte di chi ha avuto modo di prestarvene”.

Questo, prima dell’agosto 2013. Poi il nulla: contratti strappati, concerti cancellati, sponsor che danno forfait e cd ritirati dalla vendita. E’ in questo momento, racconta Dionna, che si avvicina a Casapound. I fascisti del Terzo Millennio la intervistano nella loro web radio e le danno supporto e sostegno. Ma non basta, e quindi la decisione di tornarsene negli Usa con il marito e il figlio.