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La marea delle 40mila sardine: “Siamo l’alternativa al populismo di destra”

Bologna, 19 gen. – Una marea di sardine, 35/40 mila, forse di più, è tornata ieri in piazza a Bologna, dove tutto è cominciato poco più di due mesi fa e ad una settimana dalle prime elezioni regionali in cui la sinistra emilia romagnola, dopo 50 anni di governo ininterrotto, ha davvero paura di perdere.

Le sardine in piazza VIII Agosto – Sardine Parma

Sul palco, come al Concertone del Primo Maggio, artisti, giornalisti, band e cantanti, tutti uniti in questa opposizione culturale e sociale allo squadrismo digitale sovranista. In piazza persone di tutte le età: vecchi comunisti, lavoratori calendiani, famiglie con bambini, gruppi organizzati da ogni parte d’Italia, fuori sede che amano e vivono l’Emilia Romagna e che hanno paura di quello che potrebbe accadere il 26 gennaio all’Emilia Romagna e all’Italia se dovessero trionfare i sovranisti.

Una paura a cui le sardine hanno saputo rispondere con la speranza: speranza che è diventata dimostrazione che allo strapotere del discorso d’odio si poteva contendere la scena e mobilitare le piazze. “Abbiamo dimostrato che il popolo non è tutto loro” dicono le sardine.

In piazza, mischiati ai comuni cittadini, anche molti esponenti politici di centro sinistra, alcuni visibili e riconoscibili perché in corsa alle prossime regionali, e altri in incognito, osservatori partecipanti e preoccupati che si pongono una domanda: “Come influirà questo entusiasmo nelle urne?”

A preoccupare chi ha esperienza di elezioni è soprattutto il voto degli anziani: “Stiamo facendo fatica nei centri anziani. Lì il salvinismo e l’odio per gli immigrati hanno fatto breccia, anche tra i nostri” dice un esponente democratico. “Non tanto tra gli anziani attivi, quelli che hanno relazioni. Quelli che ormai sono persi sono quelli soli, quelli che non escono, che non hanno contatti con altri e che vivono tutto mediato dalla televisione” aggiunge sconsolato.

La paura del diverso, la solitudine e una propaganda che sa parlare, quasi a tu per tu, con chi si sente escluso: sono questi gli ingredienti del populismo sovranista contro cui si battono le sardine. “Siamo la prima vera alternativa al sovranismo e al populismo di destra” dice Mattia Santori che, insieme ai compagni della prima ora e a quelli che si sono uniti in questi primi due mesi di mobilitazione, sta pensano a come strutturare il movimento nei prossimi mesi. All’orizzonte, a marzo, in una data ancora da definire (si era parlato del fine settimana del 7 e 8, ma la data potrebbe essere cambiata) si terrà il primo congresso nazionale del movimento. “Abbiamo dimostrato- dice Santori- che ci si può opporre allo strapotere del discorso leghista, rendendo visibile che un popolo c’è” ma che la sinistra divisa non riesce più a rappresentarlo.

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