21 gen. – La Malora è un libro di John D. Raudo, ma è anche il terzo disco dei Marnero, che viene presentato questa sera dal vivo al FreakOut Club. Nell’album c’è quel metal apocalittico e disperato tipico del gruppo, vicino al doom e alle sperimentazioni di SUNNO))) e Steve Von Till. “E ci sono anche i due marò“, ci ha detto il musicista, cominciando un’intervista divertente e surreale realizzata in diretta nella puntata di Maps dell’altroieri. “Sono stato sempre prolisso quando scrivo i testi: di questi tempi vanno le canzoni-haiku, per colpa di Alessandro Baronciani, testi brevi, oserei dire polaroid. Lo chiamerei neo-naif. Insomma, ero all’opera sui testi del nuovo disco dei Marnero e mi sono reso conto che stavo esagerando: ho inventato otto personaggi, ho scritto su ognuno di loro e sono venute fuori 170 pagine”, ha detto John, aggiungendo che quel quantitativo di testo era difficile da mettere in metrica. “Ma soprattutto ho consultato le tipografie e un booklet così mi sarebbe costato tantissimo. All’inizio la mia intenzione era di estrarre da questo testo le cose migliori per il disco, ma non bastava e quindi…”.
Il romanzo, edito da Bebert, racconta – come l’album – le vicissitudini di otto personaggi, sballottati dalla vita e da sventure diverse fino a riunirsi – soli e sopravvissuti – in un luogo unico, una taverna: un impianto che lo stesso autore non esita a definire teatrale, ma “metterlo in scena toglierebbe il dubbio se questi personaggi esistono davvero, se siano delle proiezioni di altri, se siano la stessa persona, se siano davvero otto: in questa taverna c’è un enorme specchio frantumato che riflette le loro immagini, ma la loro identità non è definita dal loro ruolo. Con il passare della storia i ruoli si confondono come le loro identità“, ha aggiunto il nostro ospite.
L’altro protagonista de La Malora, ma in genere nelle canzoni della band, è il mare, a partire dal nome del gruppo; Raudo spiega così questa presenza: “Rispetto a quello che facevo con i Laghetto la musica dei Marnero è più lenta, pesante, ha un moto quasi ondoso e i testi che l’accompagnano parlano quasi tutti di disastri meteorologici e usano le metafore marine. Nel nostro primo disco, Naufragio Universale, si parla di tempesta, in Il sopravvissuto la vastità del mare è il percorso della vita, orizzontale, a differenza dell’esordio in cui c’è una verticalità. In La Malora si passa attraverso le cose, ciò che accadrà ai personaggi alla fine del libro”.
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