“La cultura in Regione ha le piaghe”: Fabrizio Tavernelli a Maps

25 febb. – Fabrizio Tavernelli è un musicista che ha attraversato gli ultimi vent’anni di musica italiana indipendente e underground riuscendo nella proverbiale impresa di rimanere se stesso pur cambiando tantissimo. L’inizio con gli Acid Folk Alleanza, una delle band di Materiale Resistente, uno dei nomi del Consorzio Produttori Indipendenti, ma poi l’avvicinamento a una major, un tour dei grandi network radiofonici: dai primi anni ’90 ad oggi le esperienze musicali di Taver sono state tantissime. “Non me le ricordo neanche tutte”, ha raccontato il musicista ai nostri microfoni, quando è venuto a trovarci a Maps mercoledì scorso per presentare dal vivo nei nostri studi l’ultimo album Volare basso. Un album finanziato dai fan e pubblicato dall’etichetta di Tavernelli, Lo Scafandro, che vuole anche dare spazio a giovani realtà musicali.

Insieme a Marco Santarello Fabrizio ha suonato tre nuove canzoni in acustico e non ha risparmiato strali, che sono stati scoccati quando abbiamo parlato del rapporto che il nostro ospite ha con il territorio. “La cultura in Regione è ferma, rischia le piaghe da decubito“, ha dichiarato Tavernelli, aggiungendo che alcune grandi opere, come il ponte di Calatrava che dà il titolo a una delle canzoni del disco che potete ascoltare in versione unplugged anche qua sotto, sia un simbolo di quello che accade. Una specie di cattedrale nel deserto che è una concentrazione di risorse e di capitali, ma anche il simbolo di un fiume, il Po, che ormai ha una sua vita segreta inimmaginabile.

C’è stato spazio anche per raccontare il nuovo album dal punto di vista musicale, certamente, ma con Tavernelli il discorso è sempre fluido e mobile: ci siamo spostati dai temi consoni alla trasmissione alla politica, dalla cultura alle riflessioni sul cambiamento nel mondo dello show business, sempre tenendo un occhio lucido e attivo sul presente. Di più non vogliamo rivelarvi, trovate tutto qua.