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KmZero tra fattorie che scompaiono e il Fico che verrà

Bologna, 20 gen. – La crisi ha fatto sparire dagli allevamenti italiani oltre 2 milioni di capi, tra mucche, maiali, capre e pecore. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti che chiede maggiori sostegni alla zootecnia italiana. Lorenzo Bazzana, responsabile economico dell’associazione degli agricoltori, spiega che la crisi ha spinto i consumatori a privilegiare i prodotti più economici, a discapito della qualità e dell’attenzione alla provenienza. Coldiretti chiede quindi a politici e consumatori di fare la propria parte per sostenere gli allevatori italiani. Come? I politic devono sostenere con misure ad hoc il comparto: “Viene rilanciata la Fiat nello stabilimento di Melfi, gli italiani compreranno più macchine italiane: noi crediamo- dice Bazzana- che questo stesso tipo di operazione, questo percorso di rilancio dell’economia possa essere fatto per produzioni di elevata qualità come sono quelle zootecniche”. In primis, quindi, Coldiretti chiede norme per la completa tracciabilità del prodotto che spinga i consumatori a scegliere le carni, il latte, i formaggi rigorosamente italiani. Ma anche i consumatori, secondo Bazzana, devono fare la propria parte: “E’ chiaro che tutte le volte che noi allunghiamo la mano verso uno scaffale e compriamo un prodotto che non è un prodotto nazionale, noi stiamo contribuendo volontariamente o involontariamente a distruggere l’economia del nostro paese”.

Nel complesso, il comparto zootecnico italiano vale, secondo le stime di Coldiretti, 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale con circa 800mila addetti.

Nel suo grido di allarme, Coldiretti ha aggiunto anche la preoccupazione per le varie razze tipiche, o varietà, che stanno scomparendo. Il professor Luca Fontanesi, docente dell’Università di Bologna esperto di zootecnia generale e di miglioramento genetico, sottolinea che il problema della varietà genetica è reale e che da decenni sono in atto, in Italia come nel resto del mondo, programmi di tutela della biodiversità. Lo scoglio centrale riguarda sempre la sostenibilità economica: molto spesso le varietà tradizionali sono meno produttive degli ibridi e questo porta maggiori costi e minori ricavi per gli allevatori.

La seconda pagina della puntata è stata dedicata a Fico, la Fabbrica Italiana COntadina che sta per sorgere al Caab. Con Tiziana Primori, direttrice di Coop Adriatica e vice presidente di Eataly World, abbiamo fatto il punto sul cantiere, sulle polemiche circa le voci di un possibile slittamento dell’inaugurazione e sulle imprese che popoleranno il parco agro alimentare. Primori ha raccontato di aver contattato oltre 300 imprese, sia grandi che piccole, interessate ad entrare in Fico, imprese di tutte le regioni e rappresentanti oltre 40 filiere i cui laboratori di trasformazione troveranno spazio sotto le volte del Caab riconvertito.

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