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Jobs act. La Cgil a testa bassa contro il Pd: “Fermatevi, o vi fermeremo noi”

Bologna, 16 ott. – La Cgil proclama lo sciopero di 8 ore in tutta l’Emilia-Romagna e a Bologna, contro il Jobs Act del governo Renzi, sfilano almeno 15 mila persone. I numeri il sindacato non li dà, ma basta mettere assieme il treno arrivato da Modena, i 200 bus giunti sotto le Due Torri da tutta la regione e i lavoratori bolognesi scesi in piazza. Piazza Maggiore alle 12 è piena di bandiere rosse, e anche piazza Nettuno si riempie piano piano di lavoratori in vista del comizio finale del segretario regionale Vincenzo Colla.

Le prime parole di Colla sono rivolte ai vertici locali del Pd che questa volta hanno scelto di non seguire il sindacato di Camusso. “Ai sindaci e ai politici voglio dire una cosa: avete perso un’occasione a non essere in questa piazza, perché qui c’é la vostra gente”. Il resto del comizio fiume di Colla è un attacco a testa bassa al Partito democratico. Che però non viene mai nominato direttamente. “State creando un mostro sociale – dice Colla dal palco parlando ai vertici del Pd renziano – più diseguaglianza, più disoccupati, più povertà e più debito. Ma dove lo vogliamo portare il popolo democratico?”. E ancora, urlando: “Eravate genuflessi quando avete fatto i compiti che vi ha chiesto l’Europa, eravate genuflessi quando è stato consegnato all’Europa lo statuto dei lavoratori. Vergogna”. Colla accusa il Pd di essere andato “sulla corsia di destra”, di “asfaltare la gente che lavora e la gente povera”. Poi l’aut aut: “Fermatevi o vi fermeremo noi“. Se non è una rottura sicuramente è una rivendicazione di autonomia. “Basta deleghe in bianco”, dice il sindacalista.

Il segretario regionale della Cgil chiede a Camusso di “prendere per mano” la piazza di Bologna e proclamare lo sciopero generale contro il Jobs act. Nel suo lungo discorso Colla avvisa anche Bonaccini, candidato Pd alle prossime regionali. “Non ci sediamo al tavolo con chi vuole abolire l’articolo 18″. Dalla Cgil parole dure anche contro l’ex Legacoop e ora ministro del lavoro Giuliano Poletti. “E’ il ministro del lavoro, e se ne deve ricordare – dice Colla – perché a rappresentare gli industriali nel governo c’è già Guidi”. Poi l’attacco ai vertici della cooperazione, che sul Jobs act di Renzi hanno espresso valutazioni positive nelle scorse settimane. “La mutualità, la solidarietà, il socio lavoratore. Se però volete la libertà di licenziare allora meglio fare la Spa di capitali. Così è tutto più chiaro”.

Quando dal palco i delegati fanno l’elenco degli stabilimenti che hanno aderito allo sciopero le percentuali sono quasi bulgare: 95% alla Bonfigliogli di Forlì, 100% alla Parmalat e alla Titan, 80% alla Gd, 92% alla Lamorghini e 95% alla Bredamenarinibus.

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