Una delle tante mobilitazioni del movimento “Italiani senza cittadinanza”
Bologna, 1 ott. – Lottarono per lo ius soli, lotteranno per lo ius culturae, consapevoli che questa potrebbe essere la volta buona. Ci spera Insaf Dimassi, modenese, da tre anni residente a Bologna, una delle più conosciute attiviste del movimento “Italiani senza cittadinanza“. Quello che dal 2015 chiede una nuova legge sulla cittadinanza “perché non possono esistere italiani di serie B”.
“Lo ius culturae sarebbe un primo passo avanti fondamentale e darebbe accesso alla cittadinanza ai bimbi e ai ragazzi che si sentono italiani e che hanno completato un ciclo scolastico – spiega Dimassi – Una nuova mobilitazione è possibile e necessaria. Noi siamo pronti a ricominciare”.
A chi come Salvini dice che una nuova legge non serve perché a 18 anni chi vuole può diventare italiano, Dimassi risponde così: “Non è così, io ho 22 anni e non sono ancora cittadina italiana, la mia storia come quella di tantissimi altri giovani dimostra che la legge attuale non è più sufficiente. Oggi ottenere la cittadinaza è molto difficile, un percorso ad astacoli non scontato con paletti severi per quanto riguarda il reddito richiesto per potere fare domanda. Bisogna mobilitarsi da subito”.
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