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Italia-Italie. Essere donna rom: Saška, una vita di lotte contro le discriminazioni

18 lug. – Saška Jovanović non ha dubbi quando afferma che in Italia le discriminazioni contro rom e sinti sono prima di tutto istituzionali. Rom slava, presidentessa dell’associazione Romni onlus, del network delle donne rom e sinte Rowni e coordinatrice di un progetto per combattere discriminazioni e pregiudizi, Saška spiega che da quando è iniziato il suo impegno non è mai riuscita a trovare il supporto adeguato da parte dello Stato e del Comune di Roma, dove hanno sede le sue attività. “Tutto è iniziato con la finta emergenza rom ai tempi di Alemanno”, ricorda. “Penso si possa parlare di discriminazione istituzionale perché prima dell’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, non siamo mai stati ricevuti da nessuno”. Le uniche forme di finanziamento che le hanno consentito di portare avanti queste attività sono infatti sempre arrivate dall’Unione Europea.

Ci sono poi tutti gli altri atti discriminanti che Saška ha subito nella sua vita privata, a partire da quando è stata costretta a fuggire dalla guerra in Kosovo nel 2000 per ritrovarsi in un’Italia che non la voleva aiutare in quanto rom, dice. Per non parlare di tutte le volte in cui, già cittadina italiana con un reddito, ha provato a cercare un appartamento in affitto ma nessun proprietario le ha aperto le porte di casa. Secondo Saška un primo aiuto alle problematiche abitative della comunità rom dovrebbe arrivare dai Comuni, che dovrebbero mettere a loro disposizione case sociali o di transizione, per superare il problema degli insediamenti abusivi come già previsto dal piano europeo. Al contrario, proprio in questi giorni accade che il Ministero dell’Interno abbia diffuso una circolare per richiedere ai prefetti di mappare i campi al fine di poter procedere ad ulteriori sgomberi laddove necessario.

A Roma ogni giorno ci sono sgomberi, questa iniziativa di Salvini non è un grande cambiamento”, dice. E avrà come effetto quello di far spostare semplicemente gli “accampamenti abusivi 100 metri più in là e far ricominciare tutto da capo”, proprio perché alle persone sgomberate non vengono offerte soluzioni adeguate. Saška ha partecipato personalmente a diversi sgomberi e racconta, ad esempio, che spesso gli assistenti sociali offrono una soluzione a donne e bambini ma non agli uomini, costringendoli a separarsi. Ma è chiaro che “le famiglie non vogliono essere separate e quindi alla fine non accettano assistenza e scelgono l’abusivismo”. A questo si aggiungono fatti violenti come quelli di Casal Bruciato, dove i militanti di Casapound hanno contestato l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia rom. “Noi c’eravamo ma come associazione possiamo solo denunciare queste discriminazioni e poco altro, ed è questo il problema principale”.

Italia-Italie è il programma che vi racconta le tante culture e comunità che compongono il tessuto sociale italiano, per dare voce a chi l’Italia la fa ogni giorno. In versione estiva, in onda tutti i martedì e i giovedì dalle 11.30 sulle frequenze di Radio Città del Capo (a Bologna Fm 94.700 e 96.250), in streaming online e tramite l’app TuneIn.

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