21 mar. – L’agenda digitale è in ritardo. Lo dice la Camera dei deputati ed è un dato di fatto. Ce lo conferma Lorenzo Benussi (@lorenzobenussi), economista dell’innovazione del Consorzio Top-ix ed ex consigliere del Ministro Profumo per le politiche digitali . Qualche passo avanti c’è stato, come l’Agenzia Digitale, ma questo ha anche accumulato ritardi, anche solo per approvare lo statuto. Creare l’Agenzia poi non basta, ci ricorda Benussi, è necessario assegnarle un badget e darle la possibilità di assumere persone competenti, il rischio altrimenti è che si riducano ad organismi vuoti.
“Il grosso problema è che l’innovazione digitale è un’innovazione strutturale” ci dice Benussi. Significa che le organizzazioni vanno rinnovate, spostando le persone, investendo su nuove iniziative e chiudendone di vecchie. Scelte dolorose, per le quali è necessario avere tempi e soldi.
Tra gli obiettivi mancati dell’agenda digitale: la diffusione della banda larga e i datacenter. Per Benussi è meglio avere 4Mb di banda su tutto il territorio che 20Mb in poche grandi città, cablate in fibra ottica. In Italia basterebbero solo tre, quattro datacenter, tutti gli altri andrebbero chiusi. “Abbiamo bisogno di scelte radicali, uno swich off, cambiare il modo di lavorare” conclude Benussi.
Da dove cominciare? La scuola: è uno dei più grandi sistemi informativi pubblici, ma proprio per questo potrebbe essere il terreno ideale di sperimentazione.
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