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Il popolo lgbt protesta davanti alla Regione: “Bloccate l’emendamento contro la gpa”

Bologna, 11 apr. – “Ma quale Regione, ma quale Dio, sul mio corpo decido io” ha gridato il popolo lgbtqi sotto le finestre della Regione, per chiedere che la proposta di legge contro le discriminazioni di genere non si areni di nuovo. Attesa da anni, proprio ieri è stata bloccata dal consiglio regionale per via di un emendamento che ha spaccato il Pd; lo hanno firmato i consiglieri dell’ala cattolica insieme a tutta la destra, accosta la gestazione per altri alla “violazione della dignità della persona”: un’accusa contro chi ha adottato attraverso la maternità surrogata. “Siamo il sale della democrazia, non il sale che voi là dentro volete spargere sulle ferite delle persone lesbiche, bisessuali, transessuali, delle donne, in nome dei quali parlate sempre senza averne alcun titolo”, ha scandito dal megafono Franco Grillini, storico leader della comunità lgbtqi italiana e presidente onorario di Arcigay.

In prima linea tra le realtà presenti, associazione Orlando ha per prima diffuso una lettera per chiedere “ai consiglieri e alle consigliere di procedere e bloccare qualsiasi tipo di emendamento legato al tema della maternità surrogata”, ha spiegato Giulia Sudano. “Inserirlo senza parlarne con le donne è un’operazione politica da bloccare al più presto. Per questo oltre al presidio di oggi continueremo un lavoro politico”, annuncia.
Ma c’è anche una parte del Pd che si è schierata contro questo emendamento e che è scesa in piazza a manifestare, come le donne coordinate la Lucia Bongarzone, la quale ha chiaramente ripetuto che “accostare la maternità surrogata a questa legge è sbagliato e non va in nessun modo accostata alla legge che va portata a casa”; o come le consigliere comunali Roberta Li Calzi e Gabriella Montera, promotrici di un appello che ha già raccolto 114 firme con il quale si chiede il ritiro dell’emendamento.

Il presidio era stato originariamente chiamato per contestare la ‘mini Verona’, il convegno contro la proposta di legge sull’omotransbifobia voluto dalla destra e che ha portato proprio oggi a Bologna parte degli organizzatori del World Congress of Families. “Una manifestazione oscurantista e medievale – l’ha definita il consigliere regionale Pd Antonio Mumolo – che dà contro le donne, dà contro le famiglie, contro i diritti delle persone e noi non lo possiamo accettare”. In piazza anche l’assessora comunale alle Pari opportunità Susanna Zaccaria, arrivata per protestare “contro il convegno oscurantista”, che ha però colto l’occasione per ribadire la posizione del Comune riguardo la proposta di legge, di cui il Comune stesso è promotore: “L’emendamento proposto inserisce un tema che non c’entra con le discriminazioni. Si tratta di una normativa penale molto chiara sulla quale la Regione non ha competenza. Per come è stato formulato, l’equiparazione a reati come la violenza sessuale è poco opportuno”.

Presidio lgbt per la legge sull’omobitransfobia

Terminato il presidio, alle 19 è iniziata la protesta femminista autonoma di Non una di meno in Piazza Nettuno contro il recente attacco da parte delle militanti fasciste di Forza Nuova alla Libreria delle donne e anche contro i provvedimenti dell’amministrazione comunale e regionale.

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