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Il Papa “caccia” don Agostini, il prete condannato per molestie sessuali

E’ stato “dimesso dallo stato clericale” il 22 gennaio scorso da Benedetto XVI, a seguito di processo canonico, don Andrea Agostini: il sacerdote della Curia di Bologna, che gestiva un asilo cattolico nel Ferrarese, era stato condannato nell’aprile 2008 dal Tribunale di Ferrara a sei anni e 10 mesi di pena per molestie sessuali su una decina di bambine e al pagamento di una provvisionale esecutiva di 28.000 euro, quest’ultima però ‘disattesa’, secondo quanto dichiarò nel febbraio scorso il legale delle famiglie delle vittime. Il processo d’appello è fissato per il gennaio 2012.

A rendere nota la riduzione allo stato laicale di Agostini è stato ‘Bologna sette’, l’inserto domenicale del quotidiano cattolico Avvenire curato dall’Arcidiocesi, a piede della seconda pagina del fascicolo, sotto il titolo ‘Comunicazione del cancelliere arcivescovile’. Nella comunicazione, che reca la data di ieri, si legge che il provvedimento pontificio è stato trasmesso al card.Carlo Caffarra il 4 marzo ed è stato notificato all’interessato il 9 marzo, e si ricorda che dopo la denuncia di abusi su minori al Tribunale ferrarese, Agostini era stato sospeso in via cautelare dall’esercizio di tutte le facoltà sacerdotali (divieti di celebrare Messa, di confessare, ecc.) l’11 aprile 2005.

“Terminato il periodo degli arresti domiciliari – prosegue la nota – l’Arcivescovo di Bologna, senza abrogare la sospensione di cui sopra, gli impose la residenza presso il Santuario della Madonna di S.Luca. Terminato il primo grado di giudizio di fronte all’autorità statale si è potuto aprire il processo canonico nel dicembre 2008, conclusosi con l’invio degli atti alla Congregazione per la Dottrina della Fede competente nel merito nell’ottobre 2009″. In una nota di commento alla comunicazione del cancelliere, lo stesso supplemento curato dall’Arcidiocesi rileva che “alla luce delle polemiche che a partire dal 10 febbraio trovarono spazio sulla stampa, e che in qualche modo riflettevano l’accusa alla Chiesa di Bologna di una sostanziale insensibilità se non addirittira di una copertura offerta al sacerdote, le date dei provvedimenti sono importanti. La riduzione allo stato laicale era già avvenuta quando furono accese quelle polemiche. Non solo, ma il divieto di esercitare il sacerdozio risale addirittura a quasi cinque anni prima. Perché tutto si apprende solo ora? La logica della giustizia penale ecclesiale è diversa da quella della giustizia penale statuale, come ogni vero laico riconosce, ed inoltre si è voluto attendere la conclusione dell’Anno sacerdotale”. (ANSA).

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