E’ attivo da tre anni, all’interno del carcere bolognese della Dozza, un laboratorio Raee che dà lavoro a tre detenuti. Grazie alla collaborazione tra il Cefal, centro di formazione del Movimento Cattolico dei Lavoratori, e la cooperativa It2, in questi anni 6 detenuti hanno potuto lavorare all’interno del carcere smontando elettrodomestici (forni elettrici, lavatrici e lavastoviglie), separando le varie componenti, consentendo un riciclo di quasi l’85% dei materiali.
I detenuti assunti attualmente sono 3, hanno un contratto con la cooperativa It2 per 18 ore settimanali e riescono a mettere insieme uno stipendio di circa 450 euro mensili. Nel 2011 sono state riciclate 260 tonnellate di rifiuti. “Per i detenuti il lavoro è un modo per riscattarsi, per ritrovare la dignità, per mantenersi autonomamente e a volte anche per dare una mano alla propria famiglia”, spiega la direttrice del carcere bolognese Ione Toccafondi.
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Il fatto che il lavoro sia fondamentale nel percorso di recupero, lo dimostra la storia di uno dei detenuti che è stato assunto da Dismeco (una delle aziende del consorizio Ecodom) e ha ottenuto il beneficio del lavoro esterno.
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