Bologna 1 apr.- Ancora una volta i sindacati del commercio di Cgil Cisl e Uil tornano a ribadire il no al lavoro nelle cosiddette feste comandate e nazionali come Pasqua, il 25 aprile e il 1 maggio. Per questo hanno proclamato un’astensione dal lavoro in queste tre date, la prima a Pasquetta che sarà il 6 aprile. I sindacati aprono ciclicamente il loro fronte contro la liberalizzazione degli orari voluta dal cosiddetto decreto Salva Italia nel 2011 ai tempi del governo di Mario Monti. In questo modo danno copertura a quei lavoratori che, nonostante l’esercizio commerciale sia aperto, non vogliono andare a lavorare.
Tutto questo “non c’entra niente” con il recente rinnovo del contratto nazionale, assicura la segretaria regionale Filcams Cgil Veronica Tagliati che prevede la flessibilità d’orario e il ricorso da parte del datore di lavoro alle 44 ore a settimana (e non più 40) senza che scatti lo straordinario nei momenti di picco come le festività e i saldi.
“Vogliamo dare la possibilità ai lavoratori di poter stare a casa almeno nelle feste nazionali con la propria famiglia” spiega Tagliati che aggiunge come quest’anno ci siano anche grandi esercizi commerciali che vorrebbero stare aperti il 25 aprile come un Iper Conad a Forlì. Gli esempi sono molti sia nei grandi gruppi che nel piccolo commercio dove il ricorso al “sempre aperti praticamente 360 giorni all’anno” è più frequente.
I sindacati fanno per appello ai sindaci perchè dicano no al lavoro in queste giornate e ricordano che in alcuni supermercati, grazie alla contrattazione aziendale, le festività nazionali sono intoccabili.
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