I fantasmi delle mense dei poveri
Sono soprattutto uomini, senza casa e senza lavoro. Molti gli immigrati, in Italia anche da molti anni. Per gli italiani, la mensa dei poveri è l’ultima spiaggia

25 feb. – Sono in prevalenza uomini tra i 25 e i 55 anni, senza un lavoro e senza una casa. E sempre più spesso stranieri. E’ questo il profilo delle persone che si rivolgono alle mense per i poveri di Bologna, secondo quanto emerge da una ricerca promossa dall’Antoniano e condotta dal sociologo dell’Università di Bologna Maurizio Bergamaschi.
Nel periodo preso in esame, l’ultimo semestre 2007 e il primo del 2008, sono 24.780 i pasti distribuiti nelle tre mense. Gli stranieri possono accedere direttamente, anche senza permesso di soggiorno, alla Caritas e all’Antoniano; per quella di via del Porto invece è necessaria la presa in carico da parte dei servizi sociali. Ma se per gli immigrati la mensa è uno dei primi passi per entrare in contatto con la città, c’è un dato che Bergamaschi definisce “inquietante”: la percentuale, che oscilla tra il 20 e il 30%, degli stranieri in Italia da più di 5 anni, testimonianza di una integrazione difficile. Altro dato da non sottovalutare è per il curatore della ricerca quello relativo ai contatti degli stranieri con i servizi sociali e sanitari: “sono pressoché assenti”, dice Bergamaschi. Solo il 10% ha preso contatti con il servizio sanitario e solo il 6% con i servizi per l’immigrazione, nonostante il 70% degli stranieri sia in regola. Grandi assenti delle mense (“ancora per il momento”, sottolinea il ricercatore) sono invece gli italiani della quarta settimana, quelli che non arrivano a fine mese.
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