I dischi della settimana di Class, Maps e Humus

DiscoClass
JD Twitch – Far Away Chants part 2 – ON-U Sound
A due mesi di distanza da un mixtape andato immediatamente a ruba, JD Twitch torna con un’altra cassetta (sì, il formato è solo ed esclusivamente questo) piena di escursioni tra dub, reggae, dancehall e un spirito post punk che lega il tutto. Nuvole di ritmo che si addensano o si diradano mantenendo come caratteristica un suono stonato, tipico del mondo ON-U. Affascinante il packaging di Studio Tape-Echo, all’interno anche una chiacchierata dove viene raccontato il percorso tra il nostro e il grande capo dell’etichetta, Adrian Sherwood. Drogatello.

DiscoMaps
PJ Harvey – The Hope Six Demolition Project – Island
Il nono album in studio della musicista britannica ha, come il precedente Let England Shake, una risonanza politica, a partire dal titolo che richiama un progetto di riqualificazione urbanistica e abitativa del governo statunitense. Il focus della Harvey, quindi, si sposta dalla storia britannica attraverso le guerre agli USA, soprattuttoi dal punto di vista musicale, in un album che la vede accanto al fidato John Parish, ma che si avvale anche dei fiati di Enrico Gabrielli e delle chitarre di Alessandro Stefana. Rock e blues, richiami ai suoi primi lavori, ironia e sarcasmo: Polly Jean è tornata.

DiscoHumus
Violent Femmes  – We Can Do Anything – PIAS
Il debutto del trio di Milwaukee risale al 1983 con un disco omonimo che tracciò coordinate inedite in ambito folk-punk e alternative-country. Un lavoro inossidabile, tutt’ora punto di riferimento per le ultime generazioni di appassionati del genere. E lo è rimasto, evidentemente, anche per loro: questo nuovo disco, che arriva dopo molti anni di silenzio, suona proprio come quello. Non così incredibilmente avventuroso e innovativo certo, ma comunque di buon pregio. Il basso è sempre, inconfondibile, di Brian Ritchie come pure la voce è di Gordon Gano. Victor DeLorenzo, il batterista, ha invece abbandonato la band da tempo.