Paolo Sacrati aveva 13 anni e quel 2 agosto era diretto in vacanza con la nonna Angelica Tarsi. Per questo era in stazione. Con loro c’era anche la mamma di Paolo, Loredana Molina. Il padre, Dario, figlio di Angelica, non aveva trovato parcheggio ed era rimasto in auto. Da lì, dal piazzale davanti alla stazione, alle 10,25 ha assistito allo scoppio. Angelica e Loredana erano sul primo binario e furono uccise dalle schegge scagliate dall’esplosione; Paolo fu ferito e rimase per due ore sotto le macerie. “Non sapevano bene se arrivavo al giorno dopo” dice.
Oltre all’affetto della mamma e della nonna, i terroristi hanno tolto a Paolo “l’adolescenza, la spensieratezza che può avere un bambino di 13 anni“. Dopo molti anni da quel giorno, Paolo ha deciso di raccontare la sua storia: si è impegnato nell’associazione e ha iniziato a collaborare con la professoressa Cinzia Venturoli agli incontri con gli studenti nelle scuole. Ed è proprio durante uno di quegli incontri in classe che ha raccontato a sua figlia, la più grande, quelle terribili ore trascorse sotto le macerie della stazione crollata.
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