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Giovedì 12 il ricordo di Nazario Sauro Onofri

Bologna 10 mar.- Sarà giovedì 12 marzo alle 9.30 alla Certosa di Bologna la camera ardente per Nazario Sauro Onofri, morto a 87 anni in casa, ieri mattina, dopo una lunga malattia. Poi la tumulazione al cimitero di Faenza (Ravenna), nella tomba di famiglia della moglie, Elvira Bargossi. Oltre a lei, lascia i figli Gino e Piero.

Giornalista e storico, partigiano socialista e metodista, lo commemora tra gli altri il presidente dell’Anpi di Bologna, Renato Romagnoli, che lo ricorda giovanissimo “elettricista, originario di Mercato Saraceno trasferitosi a Bologna”. Poi attivo nella stampa e diffusione di materiale clandestino durante la Resistenza: “il padre Gino deportato nel lager di sterminio di Mauthausen (Austria) dove è morto” e “Sauro tenuto in carcere a lungo”. Nel dopoguerra ha lavorato al quotidiano bolognese “Il Progresso d’Italia”, al settimanale socialista “La Squilla”, nell’ufficio stampa della Camera del Lavoro, poi in “Avanti!” con il Psi, assieme al fratello Eneide. Più tardi consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, è stato anche presidente dell’Istituto storico provinciale Luciano Bergonzini, direttore della rivista “Resistenza Oggi” e fino all’ultimo nel comitato di redazione di “Resistenza”, periodico dell’Anpi provinciale dov’era ancora alla presidenza onoraria.

Nel suo corposo lavoro, compresa la monumentale opera “Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo bolognese (1919-1945)”, sei volumi con circa 17.500 biografie scritte in un trentennio con Luigi Arbizzani e Alessandro Albertazzi, è rimasta incompiuta la sua ultima ricerca sullo squadrismo bolognese 1919-1924 e sulla supposta partecipazione degli squadristi locali alla Marcia su Roma. “La scomparsa di Nazario Sauro Onofri è motivo per tutti noi di dolore”, scrive la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Simonetta Saliera, nelle condoglianze inviate alla famiglia e all’Anpi. “Onofri – ricorda – è stato uno dei simboli della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e della rinascita post bellica. Chi ha avuto l’onore di conoscerlo di persona non può non ricordare un uomo intelligente, arguto, mai sazio nella ricerca del sapere e sempre attento a tramandare i valori della Repubblica e della Costituzione”. (ANSA)

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