Sono passati quindici anni dal 20 luglio 2000, quando venne approvata la legge 211 che istituì il “Giorno della Memoria” in ricordo delle vittime dello sterminio e della persecuzione nazista.
Da quel giorno la collaborazione tra le istituzioni e associazioni del territorio si è sempre rafforzata, cogliendo nella giornata del 27 gennaio (anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz) l’occasione non solo per ricordare la Shoah, ma per riflettere sulla discriminazione e la persecuzione razziale nelle sue molteplici forme, anche degli anni più recenti. Infatti “non dimenticare non significa solo ricordare quanto accaduto, ma sopratutto contrastare fin dal principio i segnali di odio che colpiscono le diversità presenti nelle società”, parole del presidente del Consiglio comunale Simona Lembi.
C’è anche chi, come la vice presidente del Consiglio comunale, Paola Francesca Scarano (Lega Nord) ed il presidente del Museo ebraico di via Valdonica Guido Ottolenghi, non esita a cogliere un nesso tra i recenti attentati terroristici di Parigi e la giornata della memoria, come a dire che terrorismo e razzismo non sono poi così differenti. Al centro della memoria non ci sarà però Charlie Hebdo, ma l‘infanzia, per raccontare le storie delle bambine e bambini che non furono risparmiati dalla persecuzione e dallo sterminio.
Secondo il presidente dell’Istituto Parri Luca Alessandrini è proprio la narrazione delle storie che è fondamentale in funzione della memoria: “Se ci limitiamo a citare i numeri dello sterminio facciamo il gioco dei carnefici, perché disumanizziamo le vittime”. E’ con questa convinzione che nasce l’iniziativa “L’appello”, una collaborazione tra gli istituti superiori statali “Sabin”, “Da Vinci”, “Mattei” e Istituto Parri. L’iniziativa intende focalizzare l’attenzione degli studenti sul momento di applicazione della legislazione razzista in Italia (1938) nel contesto scolastico. In occasione della “seduta solenne” del Consiglio comunale di Bologna del 26 gennaio, gli studenti rappresenteranno simbolicamente coloro che nelle scuole di Bologna vennero espulsi a partire dall’entrata in vigore di quelle leggi. Ma questo è solo l’inizio di un progetto di ricerca col quale gli studenti cercheranno le fonti necessarie per ricostruire le sorti di quei ragazzi. Un modo per farli misurare con le fonti storiche e quindi con una forte valenza didattica. Il lavoro svolto sarà presentato il giorno della memoria 2016, sotto forma di schede, una per ogni storia.
Questa è solo una delle numerose iniziative che vedono scendere in campo le istituzioni ed associazioni bolognesi. Il Museo Ebraico di via Valdonica, in concomitanza con l’esposizione dell’opera “Corteccia” di Federico Gori, inaugurerà il 25 gennaio la mostra “A lezione di razzismo – scuola e libri durante la persecuzione antisemita in Italia” un’esposizione sui testi scolastici ed i libri per bambini che furono utilizzati durante il regime come manifesto di promozione del razzismo e dell’antisemitismo. La mostra sarà introdotta dallo storico della letteratura per l’infanzia prof. Antonio Faeti con un intervento dal titolo “il terrore a quadretti, breve analisi di una cupa stagione”.
A partecipare in prima fila alla giornata della memoria ci sarà anche ANED, l’associazione nazionale degli ex deportati politici nei campi nazisti. Il 27 gennaio, in occasione delle celebrazioni con i deportati bolognesi sopravvissuti ed ancora in vita, verrà presentato il sito internet ciportanovia.it, che raccoglierà la memoria e le storie di chi, in quegli anni, fu strappato alla sua vita, per essere smistato nei campi di Fossoli e di Bolzano per poi essere “portato via” al nord, nei campi di concentramento nazisti. “Ci portano via” sono le parole gridate, scritte su carta o su muri, lasciate come messaggio a un compagno prossimo alla scarcerazione, di tutti coloro che partirono per un viaggio che spesso fu senza ritorno.
Per concludere la lista delle iniziative, vi segnaliamo per il 29 gennaio un convegno organizzato dall’Istituto Parri che si terrà presso la sala Tassinari di Palazzo D’Accursio. Titolo dell’incontro: “Processare i carnefici. Crimini contro l’umanità e diritto penale”. Una riflessione sui processi del dopoguerra e sui nuovi processi degli anni duemila sui carnefici nazisti, le loro responsabilità, l’utilità di una condanna a settanta anni di distanza dagli eventi, e la retroattività della legge penale. Un dibattito che avrà uno sguardo anche sulle dittature argentina e cilena. A testimonianza del fatto che il giorno della memoria non debba essere solo un ricordo della Shoah, ma un giorno dedicato alle follie persecutrici di tutti i regimi, di tutto il mondo.
Nicolò Moruzzi
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