Gianmarco De Pieri agli arresti domiciliari
Arresti domiciliari per Gianmarco De Pieri, leader del centro sociale Tpo. Il provvedimento sarebbe stato notificato all’attivista direttamente nel suo negozio in centro Bologna poco dopo le 13

Bologna, 22 sett. – Arresti domiciliari per Gianmarco De Pieri, leader del centro sociale Tpo. De Pieri è stato raggiunto dalla misura mentre si trovava nel suo negozio di frullati in via Malcontenti, in centro a Bologna. La Digos lo ha prelevato e accompagnato in Questura per notificargli l’atto. La misura, disposta dal gip Gianluca Petragnani Gelosi su richiesta del pm Antonello Gustapane, fa riferimento alla manifestazione del 18 ottobre 2014, quando un corteo antifascista si scontrò con le forze dell’ordine e furono lanciati anche alcuni razzi ad altezza uomo.
“Non credo sia stata Baghdad o Kobane, questa città è stata oggetto per l’ennesima volta di una malata interpretazione del diritto di manifestare”, disse a Radio Città del Capo alcuni giorni dopo la manifestazione.
De Pieri era già sottoposto a divieto di dimora, e poteva entrare a Bologna solo per lavorare nel suo negozio di frullati. Per chiedere il ritiro del provvedimento era stato lanciato un appello a cui avevano aderito anche Landini, Rodotà e Fratoianni.
In totale la Digos di Bologna, racconta l’agenzia Ansa, sta eseguendo sei misure emesse dal Gip, tre arresti domiciliari e tre divieti di dimora.
“Questa mattina – si legge sul profilo facebook del Tpo – sono state notificate ennesime misure restrittive tra arresti domiciliari e divieti di dimora nei confronti di 4 attivisti del gruppo TPO e Labas Occupato. Misure che si vanno ad aggiungere agli arresti domiciliari per Gianmarco, colpito già 3 settimane fa dal divieto di dimora a Bologna. I fatti riguardano la giornata del 18 ottobre 2014, quando centinaia di persone scesero in piazza per manifestare contro la presenza in città dei fascio-nazisti di Forza Nuova. Consideriamo questo uso politico delle misure cautelari un attacco, non solo alla libertà personale dei nostri compagni, ma a quella parte di città che prova con generosità e mettendosi in gioco a dare delle risposte reali nella crisi sociale e di diritti che stiamo vivendo”.