Sconfiggere i tabù in Italia non è facile, come anche sfatare certi miti, ormai incrostati nelle nostre menti a causa di una comunicazione ricca di luoghi comuni, soprattutto quando si tratta di discutere tematiche come quelle dell’HIV. Non è facile, ma non è neanche impossibile, e l’arte rimane uno dei mezzi più importanti attraverso il quale agire, come nel caso dell’associazione Conigli Bianchi: “Vogliamo rompere il silenzio che circonda l’HIV prendendo le distanze da una mentalità rimasta ferma agli spot degli anni ’80!”, spiega uno dei membri, Luca Modesti, ai microfoni di Piper. “Per affrontare questo dibattito abbiamo deciso di puntare sui fumetti con una mostra chiamata Conigli Bianchi, fumettist* contro la sierofobia, allestita in via Zamboni 15, dal 6 al 15 dicembre. Abbiamo coinvolto numerosi artisti quali Tuono Pettinato, Silvia Rocchi, Maicol e Mirco, Federico Fabbri e tanti altri”.
Ma cosa è la sierofobia? “È un termine poco usato in Italia”, ci spiega Luca. “Rappresenta il terrore del contagio dell’HIV, un sentire comune che non permette di parlare tranquillamente e laicamente di questo tema. Un paio di anni fa la comunità medica mondiale ha affermato come le cure non solo fan sì che i sieropositivi possano vivere una vita normale, ma come li rendano anche incapaci di essere infettivi per il prossimo. Ma nessuno ne parla!”.
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