Fico. I costruttori avvertono: “Il bando che ci esclude creerà un precedente”

Per Carmine Preziosi di Ance l’esclusione delle piccole e medie imprese dall’appalto per Fico potrebbe essere un precedente capace di aprire la strada a future esclusioni

Fico. I costruttori avvertono: “Il bando che ci esclude creerà un precedente”

Bologna, 23 giu. – L’esclusione delle piccole e medie imprese dall’appalto per Fico potrebbe essere un precedente capace di aprire la strada a future esclusioni. E’ questa la paura di Carmine Preziosi, direttore del Collegio Costruttori Edili (Ance) di Bologna, dopo la decisione di Prelios sgr, società che gestisce i lavori per il parco agroalimentare Fico, di escludere dal bando associazioni temporanee di impresa (Ati) e consorzi d’impresa.

Non è solo un problema legato ai lavori da 40 milioni di euro che entro novembre 2015 porteranno alla nascita di quella che già viene chiamata la Disneyland del cibo firmata Eataly. “Quello è il lavoro di edilizia più importante sul mercato a Bologna”, spiega Preziosi, che però solleva un interrogativo “di carattere generale”. Si chiede Preziosi: “Può un fondo a maggioranza pubblica lavorare con i criteri del diritto privato?”. E cioè: può Prelios sgr, “che agisce su un bene pubblico che è Caab e su mandato di un fondo, Pai, la cui maggioranza è pubblica”, decidere di escludere consorzi di imprese e associazioni temporanee dal bando e invece accettare consorzi cooperativi? Non si tratta di esercizi teorici anche perché, ricorda Preziosi, in futuro occasioni del genere capiteranno ancora. “Penso al fondo per la valorizzazione e la costruzione delle scuole a Bologna, o il fondo che svilupperà le aree annesse Sud. Di episodi come questi ce ne saranno altri ed è dunque necessario risolvere il problema”, spiega Preziosi.

Per Prelios l’esclusione di Ati e consorzi d’impresa si può fare, ha ricordato la “natura privata” del bando, e ha spiegato di aver compiuto la scelta per garantire “rapidità e uniformità di esecuzione del progetto” e perché i consorzi di cooperative, a differenza di soci ordinari e Ati, “costituiscono un soggetto unitario, non solo al fine delle capacità tecniche ma anche per profili di responsabilità”. Insomma, quello che Prelios non vuole è un blocco o un rallentamento dei lavori magari dovuto a difficoltà economiche di una singola impresa.

Per Ance invece il bando serve interessi sostanzialmente pubblici, e quindi deve rispettare la legge che sugli appalti pubblici impone di accettare Ati e consorzi di imprese, al pari dei consorzi cooperativi. “Non vogliamo bloccare i lavori e quindi non faremo ricorso”, racconta Preziosi che però ha chiesto a Prelios una proroga sul bando di due settimane. ”Se Prelios pensa sia importante come dice coinvolgere le piccole e medie imprese, consenta una contrattualistica particolare che dia la possibilità a grandi imprese e consorzi di individuare subcontraenti già in fase di presentazione dell’offerta”. Per farlo Prelios dovrebbe però modificare il bando. L’alternativa, ma di questo Preziosi non vuole nemmeno parlarne, sarebbe l’appalto al massimo ribasso. “Conosciamo bene tutte le storture che si porta dietro quel sistema – dice il direttore di Ance Bologna – Vorremmo evitare questa soluzione”. E se Prelios non risponderà positivamente, conclude Preziosi, “chiederemo alla Consob di affrontare il problema”.