14 ott. – Continuano gli interrogatori dei 12 medici nell’ambito dell’indagine sulla truffa dei farmaci anti-tumorali. Per loro la Procura ha chiesto l’applicazione della misura cautelare dell’interdizione dell’esercizio della professione in convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Secondo gli inquirenti, un’organizzazione gestita dall’informatore farmaceutico di Italfarmaco Daniele Naldi (agli arresti domiciliari) avrebbe intascato indebitamente rimborsi per quasi un milione e 200 mila euro dal Ssn, grazie a ricette falsate prescritte dai medici a pazienti ignari o deceduti.
Fra i medici sentiti questa mattina c’è Domenico Romano, collaboratore dell’Ant fino a luglio. Gli è stato mostrato un campione di dieci ricette da lui firmate che ha riconosciuto come proprie e riferite a propri pazienti. Su sette, però, era stato corretto a mano il numero di confezioni prescritte (ma non l’espressione equivalente in lettere) in genere aumentandole, e non era stata aggiunta la firma del medico, come invece Romano ha detto di fare in caso di correzioni. Romano consegnava le prescrizioni a Naldi, che gli procurava personalmente i medicinali, successivamente consegnati dal primo ai suoi pazienti. Un passaggio, quest’ultimo, che – ha ammesso Romano – non è regolare ma che era diventato una consuetudine per comodità, visto che in genere i farmaci prescritti erano destinati a malati terminali o assistiti in casa.
Hanno respinto le accuse anche il gastroenterologo Giulio Di Febo, in servizio al policlinico Sant’Orsola, Pierluigi Zinzani, direttore della Scuola di specializzazione di ematologia del Sant’Orsola, e Pier Paolo Piccaluga, ricercatore di ematologia al Sant’Orsola. Quest’ultimo, secondo il suo avvocato, non avrebbe ricevuto da Naldi l’orologio prezioso che l’informatore sostiene di avergli dato come compenso.
Nell’ambito di un’altra indagine, quella sui concorsi pilotati alla facoltà di Medicina, il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 persone, tra cui l’ex preside della facoltà. Al centro dell’indagine anche due case farmaceutiche, protagoniste di episodi di corruzione con medici. Tra i reati contestati, quelli di corruzione, appropriazione indebita, abuso d’ufficio e falso. Il processo, però, rischia di chiudersi con la prescrizione dei reati.
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