Bologna, 11 feb. – I facchini dei Si Cobas hanno spostato il presidio: dai cancelli della Granarolo in via Cadriano a quelli di Cogefrin all’Interporto. “Il presidio e le altre forma di lotta, da nove mesi portate avanti da noi, sono le uniche armi che abbiamo per esercitare i nostri diritti di lavoratori” scrivono in un comunicato.
Dopo l’incontro di ieri sera in Prefettura, il sindacato di base non ha intenzione di abbandonare la lotta. Le proposte di assunzione per 19 facchini (in aggiunta ai 9 già ricollocati) non bastano e i Si Cobas vogliono discutere direttamente con Legacoop di un calendario certo di assunzioni, “da qui a giugno, con nome e cognome”. Inoltre, il Si Cobas vorrebbe che si trovasse un accordo con le banche per anticipare ai lavoratori la cassa integrazione, altrimenti destinata ad arrivare dopo mesi. “Non ce la fanno più questi lavoratori” ha detto Aldo Milani lasciando ieri palazzo Caprara.
La richiesta dei Si Cobas è che a breve riparta la trattativa diretta con le imprese, e che quindi il Prefetto convochi un tavolo congiunto. E poichè accusano Cogefrin, il cantiere oltre al magazzino Ctl di via Cadriano in cui erano impiegati i facchini del consorzio Sgb, di essersi “lavata le mani” del loro futuro, i facchini dei Si Cobas hanno deciso di spostare là la lotta. “Che sia chiaro però – puntualizzano – con Granarolo non è finita”.
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