9 nov. – Nelle fabbriche emiliano-romagnole gli operai si dividono più che in altre categorie se si tratta di politica. Alle prossime elezioni Regionali del 26 gennaio 2020 il 30.5% guarda alla Lega, mentre solo il 25.5% riconfermerebbe al governo il centrosinistra. E lo farebbe in quanto parte di “quell’élite operaia che ha saputo intercettare meglio di altre il treno della ripresa”, spiega Marco Valbruzzi dell’Istituto Cattaneo, oppure perché parte di realtà affianco alle quali la Regione è scesa in campo per difendere lavoratori e lavoratrici. A fare la differenza potrebbero essere quindi gli indecisi, ancora 27.5%, e chissà che a convincerli non possa essere proprio il ritorno del Partito Democratico nelle fabbriche: a Bologna, infatti, si punta già da quest’inverno a far rinascere dopo anni la realtà dei circoli operai.
“La grande paura. L’Emilia-Romagna alla prova del voto” è un ciclo di dieci podcast per raccontare il voto del 26 gennaio, quando gli emiliani-romagnoli saranno chiamati ad una scelta. Un voto che determinerà il governo della regione per i prossimi 5 anni, ma che avrà anche forti ripercussioni politiche nazionali.
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